Terni, dolore e veleni dopo l’assassinio

Opposizioni politiche scatenate. Il sindaco: «No alla vendetta»

Condividi questo articolo su

Il dolore non si attenua. Le polemiche nemmeno. L’omicidio di David Raggi è ormai motivo di violenta contrapposizione politica, con una parte dell’opposizione di palazzo Spada che spara a palle incatenate. E con il sindaco che ricorda quali siano i liniti della legislazione nazionale.

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo dice che «Terni, in una giornata drammatica segnata dalla morte assurda di David Raggi, ha saputo, ancora una volta, lanciare al Paese un messaggio di maturità e civiltà. Una moltitudine che ha voluto testimoniare una richiesta impellente di giustizia. Un corteo che ha voluto esprimere la piena vicinanza alla famiglia di David e condividere con loro quel dolore immenso, insopportabile. Non c’era alcuna voglia di vendetta. I ternani hanno saputo reagire nella maniera giusta, aiutati moltissimo dalle parole e dai comportamenti della famiglia Raggi che, rifacendosi ai sentimenti ed ai valori che in primo luogo animavano la vita di David, ha chiesto solo giustizia».

La richiesta La famiglia Raggi, dice il sindaco, «pur in un dolore indicibile, è stata un esempio di umanità, compostezza, fermezza e anche per questo la loro richiesta di giustizia è ancora più rilevante. Così come la richiesta di più sicurezza che insieme a loro tanti ternani hanno voluto evidenziare. Per questo scriverò al presidente Renzi ed ai ministri Alfano ed Orlando affinché siano date alle nostre forze dell’ordine più mezzi e strumenti per aumentare il livello di sicurezza nelle nostre città e si modifichino quelle norme che, usate strumentalmente, oggi permettono a soggetti criminali di potersi aggirare indisturbati nelle nostre comunità mettendo a rischio l’incolumità dei nostri cittadini. Quello che è accaduto a David non deve più accadere».

Cecconi Ma il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Marco Cecconi, replica che «questi sono i giorni del dolore e dell’impotenza, che ci lasciano annichiliti come ternani, per non aver potuto e saputo proteggere uno dei nostri ragazzi migliori. Sono i giorni in cui però, purtroppo, da palazzo Spada sono arrivate le prese di posizione più frettolose e ipocrite che mai ci saremmo aspettati in un momento del genere: come quella del capogruppo del Pd, Andrea Cavicchioli, che venerdì mattina ci è venuto a dire che adesso ‘si impongono risposte organiche e concrete’ al problema-sicurezza in città e in particolare nelle sue ‘zone più esposte’. Ci è venuto a dire che servono un ‘maggior coordinamento tra le forze dell’ordine’; ‘presìdi più efficienti’; più ‘risorse e mezzi adeguati per assicurare alla polizia municipale un ruolo significativo’».

La polemica Cecconi carica deciso: «Adesso ce lo viene a dire? Ora, che per lo sgomento un pezzo del cuore di ognuno di noi si è pietrificato, come quello di David sul selciato di piazza dell’Olmo. Ora, che l’emozione non permette di distinguere asini che volano né sciacalli. Peccato che proprio Cavicchioli sia stato il primo ad alzarsi in piedi venti giorni fa, in consiglio comunale, per dire che gli strumenti già a disposizione per contrastare la criminalità a Terni sono più che sufficienti. E per chiedere che non si discutesse di un nostro atto di indirizzo sulla sicurezza, presentato ormai da mesi. Quanti altri David dovranno avere paura di uscire di casa, prima che tutti la smettano con questo festival della mistificazione, non lo sappiamo. Ma questi, di sicuro, per noi, oltre al dolore, sono i giorni del rinnovato impegno a farla finita con certe prese in giro. Nessuno provi mai più a rimandare niente. Nessuno provi mai più a fare peggio dei ladri di polli, appropriandosi sull’onda dell’emergenza di proposte altrui, gettate il giorno prima nel dimenticatoio».

Crescimbeni Il consigliere comunale del Gruppo misto, Paolo Crescimbeni, che aveva già fatto sentire la sua voce per richiedere le ‘ronde’, insiste sul tema sicurezza: «Se solo la metà delle forze dell’ordine che in occasione della grande fiaccolata, presidiavano Terni, fossero state presenti la sera prima, forse in città si sarebbe respirato un clima diverso, forse tanti balordi, ubriachi, drogati e violenti di professione che si aggirano per Terni la notte avrebbero avuto comportamenti più contenuti. Ma così non è stato».

Gli «imbecilli» L’ex candidato sindaco ne ha per tutti: «Terni è una città alla deriva, alla deriva l’Acciaieria, alla deriva l’occupazione, l’ordine pubblico, la cura complessiva della Città dove tutto ma proprio tutto gira al verso contrario. E se ti lamenti di ciò c’è sempre un imbecille, anche giornalista dicono, che ti dà dello sciacallo o dell’avvoltoio. Non rispondo a cretini o collusi, negazionisti o faziosi capaci di negare anche la evidenza solo perché contraria a tutti i loro teoremi, ormai in crisi irreversibile, dico solo che il mio pacchetto di proposte sull’ordine pubblico è vecchio di mesi ma tutti fanno orecchie da mercante preferendo parlare nelle pubbliche assise di autentiche sciocchezze».

Forza Italia Una delle regole auree della comunicazione, dice il coordinamento comunale di Forza Italia, «invita a non scrivere mai ‘l’avevo detto. Ebbene, quest’oggi, con grande rammarico, dobbiamo soprassedere a tale prassi. Si, noi di Forza Italia l’avevamo scritto, detto, addirittura urlato. Del resto com’era possibile distogliere lo sguardo dallo strato di degrado e pericolosità che in maniera lenta ma costante ha pian piano avvolto Terni?».

La ‘pietas’ Lungi da noi, specifica Forza Italia, «fare sciacallaggio politico, soprattutto ora che il dolore è una coltre fitta che sta soffocando la nostra città. Siamo pur sempre genitori, figli, essere umani ed abbiamo una ‘pietas’ che ci impedisce di esser profittatori. Ma qualcosa dobbiamo pur fare altrimenti non avrebbe alcun senso il nostro ruolo amministrativo e istituzionale. In fondo una qualsiasi società, affinché possa evolversi e progredire ha bisogno innanzi tutto di sicurezza e legalità, al momento assenti all’interno del nostro contesto sociale. Eppure le avvisaglie non sono mancate di certo: le classifiche del Censis, gli allarmi lanciati da programmi televisivi nazionali, un altro omicidio avvenuto pochi mesi fa e, ancor di più, la percezione reale, concreta, oseremo dire tangibile, che il reticolo di strade, piazze e parchi nel quale viviamo non è più quello di prima. Non ci è più familiare. Chi vuole imbastire ridicole polemiche su razzismi di sorta con noi è fuori gioco. Quel che pretendiamo è il rispetto assoluto delle regole. Il questore di Terni ha dichiarato che l’omicida di David non aveva alcun titolo per stare in Italia? Ecco, non doveva starci. Punto. A prescindere dalla nazionalità originaria. A coloro che hanno la responsabilità di gestire la cosa pubblica, a quelli che brindano per aver sottoscritto patti per la sicurezza vorremmo sommessamente ricordare che i protocolli, più che firmarli, bisogna attuarli. Sic et simpliciter».

La cooperativa E poi c’è chi, come Sandro Corsi presidente della cooperativa Actl, preferisce invece ricordare, semplicemente, «la tragica, ingiusta e immatura morte di David Raggi, ragazzo solare, intelligente e generoso, ha ferito nel profondo la nostra città, soprattutto i nostri giovani. Ricordiamo David frequentare le nostre comunità per persone con disabilità portando vita e sorriso. Sentendo di interpretare il sentimento di commozione e dolente vicinanza di tutti i soci e socie, dirigenti, collaboratori e ragazzi del servizio civile verso tutta la famiglia Raggi e la mamma Bruna, nostra esemplare socia-lavoratrice, porgiamo a lei, al padre Walter e al fratello Diego il nostro profondo cordoglio».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli