Donazione per la struttura complessa di oncologia dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni in memoria di Italo Valter Gaviglio: si tratta di tre poltrone relax reclinabili, consegnate martedì mattina dalle figlie del compianto professionista – Stefania e Francesca – alla presenza del primario Sergio Bracarda, della coordinatrice infermieristica Cristina Proietti, dell’infermiera professionale Alessandra Fioretti, dell’Oss Fabio Viggiano e del referente donazioni Leonardo Fausti. La famiglia Gaviglio – la moglie di Italo, Carla, e i figli Daniele, Stefania e Francesca – ha voluto lasciare un rigraziamento che riportiamo di seguito.
«Che possa essere questo un gesto in memoria del nostro caro papà , che sentiamo così ancor più vicino, ormai a quasi due mesi dalla sua scomparsa. Vogliamo ricordarlo come piaceva a lui: con il sorriso innanzitutto e con la disponibilità verso gli altri, speriamo che questo piccolo gesto possa essere utile per gli altri pazienti e per il reparto che lo ha seguito con grande attenzione. Ringraziamo il primario dottor Bracarda e tutta la sua fantastica equipe per il grande lavoro che ogni giorno fanno, nonostante le difficoltà che tutti noi conosciamo: persone eccezionali, che fanno sentire le famiglie e i pazienti protetti e seguiti in ogni momento».
«Grazie davvero – prosegue la lettera – anche a tutto il personale infermieristico, al personale Oss e alle volontarie che ogni giorno dedicano il loro sorriso e una parola di conforto a chi si ritrova in attesa del proprio turno di chemioterapia o della consueta visita mensile, quando il tempo, che è così poco, sembra in realtà non passare mai. Un grazie particolare dal profondo dei nostri cuori alla dottoressa Sirgiovanni, oggi trasferita al ‘Gemelli’: in questi due anni ha seguito con infinita professionalità e grande attenzione papà , divenendo per lui un importante punto di riferimento. Una cosa affatto scontata per il fine vita di un paziente e ancor meno per la persona brillante e sempre solare che era Italo. Inoltre, ci teniamo a sottolineare quanto siamo grati, per la sua vicinanza, al dottor Settimio Rozzi, uomo di grande umanità e infinita disponibilità ».
«Papà ha iniziato il suo percorso in oncologia già con una situazione neoplastica al quarto stadio: un tumore al peritoneo che da subito sapevamo che non gli avrebbe lasciato scampo, ma insieme a tutte le infermiere e i medici di oncologia e alla sua famiglia, sono stati per lui due anni di lotta senza cedere un giorno e godendo dell’amore che lo circondava».