Terni, dopo 32 anni Marcella e Orlando salutano ‘Il Barretto’: «Un grande ‘grazie’ a tutti»

Passaggio di mano per uno dei locali e ritrovi storici di Terni nord. È il chiosco di Marcella: «Quanti aneddoti. E in tanti sono entrati qui da studenti e poi da genitori»

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Aneddoti? Una collezione. Ringraziamenti? Tanti e sentiti. Ma se dovessimo scegliere i flash per raccontare 32 anni di storia del ‘Barretto’ davanti alle scuole di Campomaggiore, dalla sua nascita al passaggio di mano che è avvenuto in questi giorni fra la famiglia Scentoni-Barbarese e due ragazze – Serena Fioramonti e Serena Schiavo – pronte a traghettare questa esperienza nel futuro, ci verrebbero in mente poche cose, semplici e sentite. La schiacciata con il salame, i tanti che sono entrati in questo piccolo e accogliente chiosco prima da studenti e poi – qualche anno dopo – da genitori, le serate in amicizia che ancora oggi vengono ricordate con piacere e un po’ di nostalgia, l’affetto che Marcella e Orlando, ribattezzati dai clienti ‘la signora del barretto’ e ‘brizzolino’, hanno saputo trasmettere anche con il più piccolo dei gesti o con poche parole. Perché se la clientela non li ha mai abbandonati, se in tanti sono rimasti o sono tornati, il merito va soprattutto a loro, alla passione che hanno messo nel lavoro e nello stare a contatto con un intero quartiere. Quello del ‘Barretto’.

Marcella e Orlando

«Ero stanca di prenderci le ‘sole’ facendo la sarta e nel 1988 – racconta Marcella – mi è venuta l’idea, tutta mia, di aprire un bar a Terni». L’iter, fra autorizzazioni e politica, non è stato dei più semplici. Ma poi alla fine è riuscita ad ottenere quei 48 metri quadrati di terreno dove sarebbe poi sorto il Barretto, disegnato e messo in piedi dal marito Orlando – che al tempo lavorava per una nota azienda di prefabbricati – e poi cresciuto grazie all’impegno, ai consigli e alle idee di tutta la famiglia, a partire dai figli Gabriele e Daniele che non hanno mancato di contribuire al lavoro dietro al bancone. Quella del ‘chioschetto’ di Campomaggiore è infatti la storia di una famiglia operosa – per anni Orlando si è alzato all’alba per fare panini e tramezzini e poi andava al lavoro – che in qualche fase ha dovuto pure lasciare temporaneamente l’attività. Ma il Barretto, alla fine, è tornato sempre a ‘casa sua’, ovvero nelle mani di Marcella Barbarese e Orlando Scentoni, fra i simboli di un quartiere che è sì cambiato, ma che ha anche mantenuto una sua fisionomia, una continuità che altrove, forse, è stata persa in maniera più rapida e dolorosa.

Orlando e Marcella con le nuove titolari

E infatti non è un caso che Marcella e Orlando siano conosciuti un po’ da tutti in zona, fra borgo Rivo, Campitello, Campomaggiore, Gabelletta. Cioè Terni nord, dove vivono sin dal lontano 1977. L’inaugurazione del chiosco risale al 1° dicembre 1991: «Quel giorno ero fucsia in viso. Mica ero abituata a stare al pubblico – racconta Marcella – e quando una persona mi chiese un diplomatico, non sapevo dove mettermi le mani… fortuna che insieme a me c’era un’amica che aveva già esperienze di lavoro nei bar. E ha risolto tutto». Il primo incasso – 250 mila lire – aveva rappresentato una soddisfazione e forse la prima conferma che quell’idea, nata un po’ per caso, dal nulla, era stata giusta. Gli anni seguenti lo avrebbero confermato: «Abbiamo avuto il piacere di veder crescere tante generazioni – dice Orlando – e abbiamo accolto sempre tutti con il sorriso, una battuta. Questa fiducia, questo affetto è sempre stato ricambiato». «Io – aggiunge Marcella – ho sempre detto che i figli devono mangiare e che la colazione era sacra. A volte, capita anche questo nella vita, i soldi non c’erano. Ma non ho mai negato nulla a nessuno, anche una torta per festeggiare un compleanno, se c’era bisogno. L’importante è darsi una mano». «I ragazzi di ieri – dice Gabriele che negli ultimi anni ha gestito l’attività di famiglia – oggi portano i figli a scuola alla ‘Fatati’ e di loro mi rimane l’affetto che ti possono dare coloro che ti guardano con gli occhi innocenti e vedono in te solo la persona che sei. Conserverò per sempre i loro disegni, testimonianza di affetto sincero».

All’inizio, nel terreno che sarebbe poi diventato il parco di Campomaggiore – e dello stesso ‘Barretto’ – c’erano soltanto ulivi. Anche il parcheggio, era un’idea o poco più. Oggi le cose sono cambiate (ma non troppo, ci teniamo a ribadirlo) ed è tempo, per Marcella e Orlando, di ‘staccare la spina’ e dedicarsi alla famiglia. «C’è un po’ di malinconia – dicono – nel ripensare ai ragazzi, ai loro flirt, alle colazioni, alle feste, a quanto questo chiosco sia stato un punto di aggregazione. Siamo convinti che chi prenderà il nostro posto (l’inaugurazione del Barretto 2.0 si terrà nel pomeriggio di sabato 16 settembre dalle 17 alle 21, ndR) porterà anche nuove idee, entusiasmo, energie. Ci piace pensare che se qualcosa nel tempo ha preso il verso giusto, se le cose sono andate avanti un po’ per tutti e magari con qualche bel momento e un sorriso per iniziare la giornata, il merito sia stato anche nostro». Lo è stato sicuramente, e gliene siamo grati.

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