Ex Prampolini, ex Dicat e archivi: ancora stallo

Terni, alienazioni e dubbi sulle destinazioni d’uso. Melasecche e il rapporto con la Regione: «Non si rendono conto dei problemi. Avremo fase sospensione variante diffusa»

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di S.F.

Ex Dicat, archivio cartaceo del Comune di Terni, area ex Prampolini e largo Sant’Agape. Tutti problemi più che noti, atavici e che ora è l’amministrazione a guida Leonardo Latini a dover prendere in mano: altri grattacapi – in particolar modo – per l’assessore Enrico Melasecche, alle prese con il ‘braccio di ferro’ con la Regione e una serie di situazioni di difficile risoluzione, quantomeno per ora. «Avremo una fase di sospensione – annuncia – della variante diffusa perché ci stanno tirando fuori una serie di questioni che, a parere nostro, sono speciose. Sembra che ci sarà necessità di fare una Vas (Valutazione ambientale strategica) anche per la parte operativa, sento la pesantezza di questo rapporto con la Regione. Non si rendono conti dei problemi dei singoli Comuni anche quando c’è la massima volontà di collaborare». Sotto anche con la discussione sul piano periferie.

LA VARIANTE PER L’EX DICAT, AGOSTO 2017

DEGRADO SENZA FRENI, IL SOPRALLUOGO DEL NOVEMBRE 2017 – GALLERY

Il passaggio formale sull’ex Dicat

La variante prg per l’ex Dicat

In sostanza nessuna novità sull’immobile di via Guglielmi (valore di 1 milione e 58 mila euro) ma una mero passaggio formale – presa d’atto sulla base dell’atto firmato dal commissario straordinario Antonino Cufalo sul cambio di destinazione d’uso – burocratico legato al parere idrogeologico positivo dalla Regione perché, come ha spiegato l’architetto Cinzia Mattolini, a decidere non è più la commissione edilizia specifica. «Un problema insoluto – ha spiegato in breve Melasecche – seppur non tra i peggiori. Cerchiamo di recuperare alla meno peggio una situazione che va avanti da anni, il luogo è bello e credo che quella volumetria possa interessare». Sul tema è soprattutto il consigliere di Terni Civica Michele Rossi a farsi avanti: «Ricordo le tre aste deserte. Perché all’epoca non fu inserito nel comparto project financing di corso del Popolo? Errore che paghiamo ora. Presentai (si riferisce all’associazione Terni Città Futura) un esposto al prefetto visto che lì è presente anche l’archivio comunale. In attesa di nuovi proprietari e di nuova vita, continua però a versare nell’abbandono, sommerso dalla sporcizia ospita balordi e senza tetto che qui dopo avervi trasportato materassi come giacigli di fortuna vi trascorrono la notte, in uno spaventoso degrado tra residui di pasti, siringhe ed escrementi anche umani». Presenterà un’interrogazione.

LE TRE ASTE DESERTE

L’EX PRAMPOLINI AD AGOSTO, PESSIMO SCENARIO – GALLERY

L’area ex Prampolini: «Centro commerciale? Bloccata, dobbiamo valutare»

L’area ex Prampolini

Niente campus e variante per alienazione anche in questo caso. Melasecche in questo caso parte all’attacco: «Forti perplessità sulla valorizzazione area ex Prampolini, la Regione si era impegnata a realizzare un campus universitario per 13 milioni ed è stata presa in giro la città. La giunta precedente realizzò la nuova Prampolini spendendo circa 2 milioni di euro per consentire la creazione del complesso, poi il passo indietro. Cosa si decise? Di mettere cubature commerciali e vendere: ci siamo ridotti ad alienare quell’area per fare un centro commerciale. La cosa è bloccata e ora dovremo riesaminare il tutto con l’assessore Dominici anche in base agli obiettivi che l’amministrazione vuole perseguire. Non si può vendere un pezzo di qua e di là, poi magari fare un progetto su San Valentino e non avere l’area a disposizione». Tirato in ballo – niente vendite in quella zona – anche largo Sant’Agape.

DICEMBRE 2017, ALIENAZIONE DELL’AREA EX PRAMPOLINI CON CUBATURA COMMERCIALE

L’archivio e la visita

L’archivio all’ex Dicat

Infine – in arrivo una visita ispettiva congiunta di I e III° commissione alla piastra logistica Terni-Narni – un accenno alla questione archivi comunali: «Un problema serio, di fatto palazzo Spada – l’iperbole dell’assessore – è su una fondazione di carta vista la notevole quantità presente nel piano interrato. Ci sono tonnellate di carta e bisogna risolvere questo potenziale problema». Riprendendo il discorso precedente, è sempre Rossi a specificare che «una situazione che non si può più ignorare e tollerare. Occorre quanto prima avviare un lavoro di bonifica, di selezione dei documenti – sull’archivio all’ex Dicat – da conservare in altro loco più consono e sicuro». Non ci sono soldi, i problemi sono molteplici e passa tutto in secondo piano.

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