di F.L.
«Sono irritato e indignato. Si fa un gran parlare dell’obbligo di terza dose per i sanitari e poi non si permette loro di vaccinarsi, perché non ci sono appuntamenti disponibili. Da domani (mercoledì) sarò in grave difficoltà con una mia dipendente». A parlare è un odontoiatra libero professionista di Terni, alle prese con un grattacapo che riguarda una sua assistente di studio, ricompresa tra le figure sanitarie che dal 15 dicembre sono sottoposte ad obbligo vaccinale anche per la dose ‘booster’.
La vicenda
La donna è già vaccinata con due dosi, ma non è ancora riuscita a prenotarsi per la terza, tra l’altro avendo anche il green pass scaduto. «Non riesce a trovare un centro vaccinale disposto a praticarle la vaccinazione, cui deve essere sottoposta obbligatoriamente per legge per poter continuare a lavorare» spiega il professionista. L’assistente proprio martedì si è recata al centro vaccinale di piazzale Bosco per capire se c’era disponibilità di vaccini, ma «si è vista sbattere letteralmente il cancello in faccia dalla guardia giurata» continua il dottore. Domenica all’open day di Narni stesso risultato, causa un lieve raffreddore. Il rischio è che l’odontoiatra sia costretto a sospendere la dipendente, qualora questa non riesca a provvedere presto alla vaccinazione, raddoppiando anche i turni alla sua collega. Una speranza alla donna l’ha data almeno il medico di famiglia, fissandole però l’appuntamento per la vaccinazione non prima di mercoledì 22 dicembre. La normativa non è ancora chiara, dalle informazioni raccolte dall’odontoiatra sembra che, almeno fino a quella data, l’assistente – che forse avrebbe dovuto attivarsi un po’ prima nella ricerca di un appuntamento – possa presentarsi al lavoro con un tampone negativo. «In questo periodo in cui non si fa che parlare di no vax, di correre con le terze dosi e di cercare di far capire e di convincere le persone a vaccinarsi – è la riflessione dell’odontoiatra -, mi sembra assurdo è ridicolo che una persona sottoposta per legge all’obbligo di vaccinazione non abbia la possibilità di veder riconosciuto il proprio diritto di essere vaccinata e di lavorare».