Novanta anni in tre e un nuovo – non il primo appello che viene lanciato in casa Pd di recente – invito lanciato per rilanciare un partito in forte affanno, per usare un eufemismo: «Pd, così non va. Abbiamo smesso di fare politica, è necessario riconnettersi con la società e parlare di contenuti». Questa volta a provarci sono Claudia Dionisi, Mattia Nannurelli e Giovanni Rubini che, venerdì mattina in via Mazzini, hanno spiegato le ragioni dell’iniziativa A casa ‘tutto’ bene’?
Il concetto e il rischiare: «Pd ha discusso ed elaborato poco, non va»

Alla base dell’iniziativa la volontà di lanciare un messaggio: «Il Pd deve avere il coraggio di rischiare». Il fatto di essere passati dall’amministrare la città ad avere appena tre consiglieri comunali è più che indicativo del collasso del partito: «Questa è casa nostra – ha esordito la 27enne narnese, consigliere comunale ad Amelia – e vogliamo bene al Pd malgrado tutto. Tuttavia in questi anni, purtroppo, credo che il partito abbia discusso ed elaborato poco, perdendo quel coraggio per cui è chiamato a rappresentare alcune fasce. Lanciamo la provocazione nel dire che vogliamo essere protagonisti nella nuova fase. Non bisogna più aver paura di rischiare e di affrontare alcuni temi poco trattati».
I temi: «Partito si è spaccato ancora di più. Tagliati i fili con la base di Terni»

Si cerca di andare nel concreto: «La manifestazione di Roma del 30 settembre – l’analisi di Nannurelli, 32 anni da compiere a dicembre – ha chiesto in sostanza due cose, ovvero l’unità e il cambiamento. Proiettiamo il tutto a livello locale. Dopo quell’iniziativa c’è stato un congresso e il partito si è spaccato ancora di più, non c’è stato alcuna variazione. L’assemblea non ha ascoltato bene, evidentemente. Questo è il momento giusto per farci sentire e gli argomenti da trattare sono integrazione e legalità in primis: dobbiamo ricominciare a parlarne. Secondo noi il Pd Terni negli ultimi anni ha completamente tagliato i fili con la base della città: la sinistra per noi non è solo creare o cercare una coalizione con altre persone, ma anche andare a ricucire i fili spezzati. Ad esempio: con Legambiente e Libera chi ci colloquia più?».
I contenuti: «Ricominciare a parlarne. Troppo spesso si è smesso di fare politica»

A chiudere è Rubini, 32enne presidente del consiglio comunale di Narni: «C’è bisogno di tenere insieme la comunità, il senso è andato perduto negli ultimi anni e abbiamo fatto delle riflessioni. Anche a livello regionale – l’amara constatazione – non siamo messi benissimo: cerchiamo di essere utili e non dannosi, all’interno del Pd ci sono tante capacità. Tuttavia non c’è più sintonia con l’elettorato e vogliamo mettere sul campo alcune idee piuttosto che restare fossilizzati su dinamiche congressuali, postazione e riunioni che tendono ad essere sempre meno partecipate. Occorre riconnettersi con la società: iniziative ampie che coinvolgano anche associazioni civiche e riparlare di contenuti. Giusto far sapere che c’è fermento da un punto di vista di ragazzi e segretari di circolo: magari non trovano più luoghi dove fare un po’ dibattito e discussione politica. Troppo spesso si è smesso di fare politica». Sì, ma con i leader del pd ternano come si fa? «Un luogo per discutere con loro ci sarà», dice la Dionisi. Gli ‘under’ 35 ci provano.