Terni, il Jazzit Fest torna a Collescipoli

La nuova sfida di Luciano Vanni dopo 4 anni: «Trasformare il borgo in modello di sviluppo fondato su cultura, musica, arte e creatività»

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di Fra.Tor.

A Collescipoli, venerdì 20 dicembre, si è dato il via al percorso partecipato che vede coinvolti gli abitanti del piccolo borgo ternano nel progetto ‘Civitates Collescipoli 2020/2030’. La sfida lanciata da Luciano Vanni – il patron di quel Jazzit Fest che spazio e successo aveva trovato in passato proprio nel borgo ternano – è quella di «trasformare Collescipoli in un modello europeo di sviluppo locale partecipato attorno alla cultura, alla musica, all’arte e alla creatività così da generare nuove relazioni sociali, nuove opportunità imprenditoriali e un nuovo benessere collettivo fondato sull’appartenenza a un progetto condiviso di ‘paese con residenze artistiche di comunità’». Il percorso sarà inaugurato attraverso il ritorno di Jazzit Fest a Collescipoli, in programma dal 26 al 28 giugno 2020.

La ‘sfida’

«Dopo le prime tre edizioni promosse a Collescipoli tra il 2013 e il 2015, il Jazzit Fest torna laddove ha avuto origine dopo quattro edizioni itineranti che hanno toccato il Piemonte, il Veneto, la Puglia e la Campania», racconta Luciano Vanni ad umbriaOn. «Ed è una grande emozione. Si tratta di una scelta maturata questa estate, ma a dire il vero è un desiderio che viene da lontano e che porta con sé un’aspirazione più ambiziosa: operare in un arco temporale di dieci anni, dal 2020 al 2030, per trasformare il borgo di Collescipoli in una ‘città ideale’ attraverso la sperimentazione di una serie di iniziative e azioni che avranno a che fare con la musica, l’arte e creatività, ma che dovranno necessariamente avere un’influenza civile sugli abitanti attraverso un’esperienza che mette assieme innovazione sociale e innovazione d’impresa». L’auspicio è far sì che Collescipoli «diventi il primo paese in Europa capace di realizzare i diciassette obiettivi e traguardi promossi dal programma ‘Agenda 2030’ sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. Lo so, può sembrare una sorta di allucinazione, ma è soltanto una sfida che al sapere della responsabilità, individuale ma soprattutto collettiva».

La ‘città ideale’

La ‘città ideale’, «quella che ci siamo riproposti di materializzare a Collescipoli entro la fine del 2030 – continua Vanni – dovrà essere il luogo vitale, creativo e pieno di bellezza, dove le esigenze degli abitanti saranno pienamente soddisfatte; un luogo dove la solidarietà, l’inclusione, l’accoglienza, la legalità e la cooperazione saranno sentimenti condivisi dalla comunità. Immagino Collescipoli come un paese che ritrova una sua identità sociale, una sua nuova prospettiva economica e una sua nuova vocazione turistica attraverso la cultura, la musica, l’arte e la creatività. Una Collescipoli che si identifica per essere un modello di riferimento per quanto concerne l’efficienza energetica, edilizia sostenibile, la mobilità alternativa, l’economia civile e l’innovazione tecnologica; per la sua capacità di attrarre talenti, artigiani e creativi, capaci di innestare nuove forme di imprenditorialità; per diventare un distretto di ‘turismo culturale di comunità’ e per aver intrapreso un percorso di ripensamento degli spazi pubblici e privati attraverso la bellezza e la socialità. Collescipoli come ‘città ideale’ significa guidare la comunità locale ad adottare buone pratiche, ad adottare una rivoluzione digitale e ad accrescere la sensibilità verso il bene comune».

Il borgo di Collescipoli

Nuove energie

«A Collescipoli – spiega Luciano Vanni – si può realmente sperimentare, rischiare, provare con audacia e fare innovazione. L’obiettivo finale è il rilancio di questo straordinario borgo medievale, e sono certo che ce la faremo: ovviamente la misura di questo obiettivo dipenderà da molti fattori, ma di certo la Collescipoli del 2030 sarà diversa. Penso che dobbiamo necessariamente superare l’idea che una crisi economica di territorio, come quella che sta vivendo il borgo di Collescipoli, la città di Terni, e per certi versi il nostro paese e l’Europa, si possa risolvere attraverso misure fiscali, manifestazioni di piazza, reddito di cittadinanza, patti sindacali, coalizioni di governo o consenso politico. Occorre avere una visione integrata che mette assieme educazione civica, benessere sociale, qualità di vita, buone pratiche, partecipazione, senso di comunità e responsabilità sociale d’impresa. E allora l’arte, la musica e la creatività possono diventare fattori strategici perché hanno la forza e la capacità di sollecitare nuove energie e di offrire un’educazione alla partecipazione e alla promozione del bello, del giusto, della cooperazione, dell’inclusione e della solidarietà».

«Nessun contributo pubblico»

Il Jazzit Fest, così come il progetto ‘Civitates Collescipoli’ «non sarà un debito per i contribuenti e non godrà dei contributi diretti dell’amministrazione pubblica. Per rispetto istituzionale, ho voluto che i primi a conoscere questo progetto fossero il nuovo sindaco Leonardo Latini, che non avevo mai incontrato prima, e il vice sindaco Andrea Giuli, che conosco da almeno venti anni. A loro ho raccontato e presentato questo progetto, ricordando che non avrei fatto richiesta di contributi dell’amministrazione ma che sarebbe gradita una collaborazione attraverso un tavolo tecnico dei servizi di pubblico spettacolo, così da erogare il miglior servizio di sicurezza, legalità e viabilità. Mi sono poi messo a loro disposizione, qualora fosse gradito, per la co-progettazione di bandi per attirare risorse necessarie per sviluppare il progetto ‘Civitates Collescipoli’: perché mai quanto oggi, per mancanza di progettualità, competenze, visioni e capacità di dialogo tra soggetti pubblici e privati, si perdono opportunità economiche e di sviluppo locale».

Palazzo Catucci a Collescipoli

‘Accensione civica’

La prima fase, che durerà almeno per il primo quadrimestre del 2020, sarà dedicata all’analisi del presente attraverso la generazione di un indice di misurazione del valore immobiliare, del numero partite Iva attive, del numero ed età dei residenti e attraverso un’analisi delle aspirazioni, del benessere e della soddisfazione degli abitanti di Collescipoli. «Contemporaneamente, fin da gennaio, attiveremo una serie di incontri con gli abitanti del borgo e della città di Terni per inaugurare il processo di organizzazione, produzione e comunicazione del Jazzit Fest. Ciò che distingue il Jazzit Fest è il fatto che la comunità locale che ospita l’evento diventa protagonista dell’accoglienza e del ristoro dei musicisti ed è coinvolta in un percorso di ‘accensione civica’: gli abitanti sono invitati a sottoscrivere un impegno di volontariato attraverso la ‘Banca del tempo’ e sono guidati a sperimentare un’esperienza di cittadinanza attiva destinata a stimolare un rinnovato sentimento di comunità. Ciò che il processo di ‘accensione civica’ vuole attivare è un nuovo desiderio partecipativo destinato a mettere in circolo le migliori energie della società civile». L’idea di una «comunità locale che fa ‘suo’ l’evento e che apre le porte di casa per accogliere i musicisti, che dona per cofinanziarlo, che partecipa alla comunicazione e che coinvolge professionisti, commercianti e imprenditori locali è un’esperienza che genera positività, cooperazione e generosità».

Il Jazzit Fest

«Nell’arco dei tre giorni del Jazzit Fest – prosegue Luciano Vanni – le abitazioni private di Collescipoli, così come i suoi palazzi storici, diventeranno luoghi di sperimentazione artistica ospitando uno studio di registrazione, tre sale prova, una sala tv, uno studio fotografico, una sala cinema e una web radio per produrre podcast. E poi ci saranno centinaia di concerti, happening e performance offerte e a titolo gratuito che dovranno necessariamente essere pienamente sostenibili a livello ambientale: realizzeremo un palco/pedana all’interno del chiostro di Santa Cecilia e poi diffonderemo i concerti all’interno di abitazioni private e palazzi storici in acustico, perché vogliamo che siano le persone, e il pubblico, ad amplificare la musica, e non il service audio. E poi ci saranno decine di laboratori di musica per l’infanzia e per i diversamente abili, numerose conferenze sui temi della responsabilità sociale dell’artista e diffonderemo su tutto il paese delle aree conviviali e di ristoro, a cura della Pro Loco e degli abitanti di Collescipoli, con prodotti e ricette del territorio; e infine promuoveremo un vero expo-meeting del jazz, affinché il Jazzit Fest diventi un luogo d’incontro e confronto tra addetti ai lavori». Per sostenere la produzione del Jazzit Fest «occorreranno 50 mila euro che saranno raccolti senza ricorrere ai contributi pubblici del Comune di Terni. Un obiettivo significativo, e per certi versi imponente, ma sono sicuro di poter realizzare attraverso il sostegno, la generosità e la collaborazione della società civile di Terni e di quel pezzo d’Italia che in questi anni si è mobilitato per le iniziative promosse da Civitates. Sensibilizzeremo famiglie e imprenditori turistici del comprensorio ternano ad accogliere, ristorare e ospitare i musicisti e gli addetti ai lavori protagonisti delle residenze artistiche, e attiveremo un meccanismo di mecenatismo. Il progetto ‘Civitates Collescipoli’ sarà invece finanziato attraverso la coprogettazione di bandi pubblici e privati, e le risorse generate attraverso la Fondazione di Comunità che è nostra intenzione attivare nel 2021».

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