Comunque andrà a finire, ci saranno polemiche. Perché il progetto ‘Terni in centro’ o ‘Centro commerciale naturale’ – quella che inizia potrebbe (dovrebbe?) essere finalmente la settimana decisiva – è destinato in ogni caso a lasciare cicatrici profonde sul corpaccione di una categoria, quella dei commercianti ternani, mai come in questa fase storia segnata da una crisi gravissima.

La proroga Perché se due anni non sono bastati per riuscire – c’è un Consorzio messo in piedi appositamente e che, pur tra dissapori e polemiche, ha provato a mettere in piedi un progetto – a far decollare l’idea, adesso il timore che serpeggia è che si debba rinunciare ai fondi regionali a disposizione. Il tempo ‘regolamentare’ – per presentare il progetto definitivo alla Regione, sarebbe scaduto il 30 settembre, ma Francesco Shu, presidente del consorzio per il ‘Centro commerciale naturale’ di Terni si era detto convinto di riuscire ad ottenere una proroga: «Abbiamo inviato alla regione, via Pec, la richiesta. Aspettiamo risposta».
L’incontro Che dovrebbe arrivare proprio questa settimana – «Dopo un incontro che avverrà qui da noi», spiegano dalla Regione – dopo l’analisi dello stato dell’arte, della situazione effettiva relativa alle adesioni al Consorzio e agli investimenti fatti (alcuni commercianti hanno speso dei quattrini per preparare i propri locali) e programmati (in relazione alla così detta ‘parte comune) da Terni.
I dubbi Quello che si teme – per dirla tutta – è che il Consorzio abbia dovuto registrare nuove defezioni, anche importanti (da parte di chi portava avanti il progetto relativo al recupero del cinema Antoniano, per dirne una) e tali da ‘minare’ alle fondamenta il castello che si stava costruendo. E anche questo, come si accennava, potrebbe essere oggetto di riflessioni, approfondimenti e inevitabili polemiche. Da cui non potranno che scaturire le cicatrici alle quali si faceva riferimento. Perché se il progetto potrà partire lo stesso, chi ci ha lavorato lungo non potrà che fare chiarezza su chi ha ‘remato contro’, mentre se ci si dovrà rassegnare allo stop, non si potrà che raccontarne i motivi veri.