Terni in crisi: «Le idee di Confartigianato»

«Abbiamo pensato di suggerire le linee strategiche, perché la sfida per ripartire non è stata ancora vinta»

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L’elemento da cui partire è chiaro: «I dati delle indagini congiunturali che riguardano le imprese italiane e del territorio sono inequivocabili. Il quadro che emerge denota ancora numerose difficoltà che attanagliano le imprese».

La scelta A dirlo è Giuseppe Flamini, presidente di Confartigianato imprese di Terni. E allora, «abbiamo pensato di suggerire le linee strategiche diventate prioritarie ed urgenti per le Imprese, perché la sfida per ripartire, nel nostro Paese e nella nostra Regione, non è stata ancora vinta». E non a caso è stata scelta la sala consiliare di palazzo Spada: «Perché è la casa dei cittadini e perché il tema è importante per tutta la città».

La rivendicazione L’artigianato, rivendica Flamini, «rappresenta una ‘palestra’ fondamentale per i giovani. Basti pensare che nel 2013 nelle imprese artigiane della provincia di Terni, i dipendenti con meno di 35 anni hanno rappresentato il 42,3%, a fronte del 24% medio, per il totale dei dipendenti. In questa prospettiva non possiamo non riflettere su come al mancato sostegno alle imprese artigiane conseguono meno opportunità per l’occupazione dei giovani del territorio».

Tasse alte Imu e Tasi, accusa il presidente di Confartigianato, «in Umbria sono le più pesanti per le imprese e che incombono su capannoni e laboratori con tasse aumentate del 18,4% in 2 anni. Un aumento (giunto ad un’aliquota del 10,34 per mille) che riteniamo iniquo per immobili che non sono di lusso, ma che, al contrario, rappresentano produzione, lavoro ed occupazione».

Le esigenze Secondo Flamini, «per rimettere in moto la macchina delle Micro e Piccole Imprese, che in Umbria rappresentano oltre il 99% dell’economia, occorre ridare fiducia alle stesse; incentrare l’attenzione su due fattori importanti: la risoluzione di gravi problematiche di settore ed un progetto di rilancio. Più volte abbiamo evidenziato, in questi ultimi anni, le proposte che potrebbero fare la differenza, contribuendo alla risoluzione degli annosi problemi del territorio e favorendo iniziative di business e progetti per la ripresa».

PARLA GIUSEPPE FLAMINI – L’INTERVISTA

Il lavoro Va rimesso, insiste il presidente di Confartigianato, «al centro della nostra economia, ma è urgente incrementare tutti gli strumenti fondamentali che accompagnano le imprese». Per esempio «è necessaria una politica urgente per ristabilire e rinvigorire i rapporti tra imprese e banche, affinché le imprese non siano costrette a rivolgersi a fonti di finanziamento alternative a quelle etiche e legali presenti», ma «a questo, in questi anni si è aggiunto il fenomeno dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, che restano un motivo di deficit ed illiquidità per le imprese». Senza dimenticare che «le imprese del territorio dovrebbero essere tenute maggiormente in considerazione nella partecipazione agli appalti pubblici, i quali dovrebbero essere basati su criteri che abbiano a che fare con la tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, oltre che la sicurezza e la qualità dei lavori e non al massimo ribasso» .

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