lettera firmata
Abito in via Lucania, a Terni, da 60 anni. Mio malgrado ho visto stravolgere la via in peggio, nel tempo, come molte altre zone della nostra città. Tuttavia, pur avendone viste tante – come la costruzione di assurdi casermoni in cemento che, in pochi anni, cadono a pezzi direttamente sui marciapiedi sottostanti – che dovessi trovarmi dell’acqua di fogna (altrui) sotto casa, lungo una strada già ridotta a un colabrodo, non me lo aspettavo proprio e, a dirla tutta, non mi va proprio a genio.
In effetti, sono parecchi mesi che a causa di nuove costruzioni prima e per la rottura del sistema fognario di un vicino poi, la strada di accesso alla mia abitazione ha assunto le sembianze di uno stagno. ‘Stagno’ che si riempie in maniera oscena alla prima pioggia e che, come detto e come se non bastasse, da qualche mese si trova a ‘godere’ di acque reflue addizionali, dovute alla mancata riparazione di una fogna.
Ovviamente, già in due occasioni ho fatto presente la questione alle autorità, senza che si cavasse un ragno dal buco, non essendo chiaro a chi spetti fare cosa: Comune, ditte edili o condomini accanto. Ora, in fremente attesa di sapere finalmente a chi tocchi l’arduo compito di trovare una soluzione, mi chiedo: possibile che al di là del disagio di una strada ammalorata, già di per sé snervante, non si riesca a comprendere la rischiosità, in termini di risvolti igienico-sanitari, conseguente al fatto di dover mettere i piedi in acque nere che in un modo o nell’altro, sotto alle scarpe, finiscono per entrare in casa?
Possibile che i nostri amministratori si perdano in sceneggiate innanzi a ogni questione, anche d’infimo lignaggio, senza intendere davvero, con ciò, rispondere concretamente alle giuste aspettative dei cittadini-contribuenti? Probabilmente sarò un illuso, ma, oggi più di ieri, servono fatti, non… pinzillacchere!