Terni, incendio Asm: le diossine impongono altri accertamenti

Arpa ha consegnato i risultati dell’indagine. La Usl analizzerà le matrici alimentari all’interno dell’area di massima ricaduta degli inquinanti

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«Vista la breve durata dell’evento, la modestissima quantità di rifiuti interessati dall’incendio e gli esiti dell’attività di monitoraggio della qualità dell’aria ambiente si può affermare che l’incendio abbia avuto un impatto limitato nella qualità dell’aria del giorno 12 agosto 2021 e seguenti, come dimostrano i dati sui metalli, Ipa, gas e particolato atmosferico». A scriverlo nella prima serata di giovedì in merito al rogo che ha coinvolto lo scorso giovedì il centro di selezione e trasferenza dei rifiuti di Asm a Maratta è l’assessore all’ambiente e vicesindaco Benedetta Salvati: l’aggiornamento arriva in seguito alla consegna dei risultati da parte di Arpa Umbria.

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Diossine: tocca alla Usl Umbria 2

Il sindaco Latini ha firmato poco dopo l’incendio un’ordinanza cautelativa – inizialmente per un raggio di 3 chilometri, poi ridotto ad uno – per il consumo di prodotti coltivati nell’area, la raccolta e il pascolo: «Essendosi rilevato un incremento – spiega la Salvati – di diossine nelle concentrazioni giornaliere del 12 agosto, sia nel particolato atmosferico che nelle deposizioni, a fini della modifica/integrazione/revoca dell’ordinanza, Usl Umbria 2 procederà a valutazioni sulle matrici alimentari in aree coltivate eventualmente contenute all’interno dell’area di massima ricaduta degli inquinanti così come individuata dal modello elaborato da Arpa».

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L’esito dell’indagine

Arpa nella relazione ha messo nero su bianco di un «incremento di alcuni inquinanti quali Pcdd/F, Ipa e di quei metalli legati alla combustione (As, Cd e Pb). Tali incrementi sono stati molto contenuti e di breve durata, già dalla giornata del 13 agosto – evidenzia il vicesindaco – le concentrazioni sono scese a livelli analoghi ai giorni precedenti all’incendio ed in linea con le medie del periodo. Tali inquinanti sono stati ricercati, oltre che nelle polveri inalabili, anche nel materiale sedimentabile.  Per quanto riguarda le Pcdd/F nelle polveri inalabili, non esistono limiti di legge ma soltanto valori guida: i valori rilevati nella centralina di Maratta evidenziano nella giornata del 12 agosto una concentrazione di 54 fg Teq/m3, superiore a quello indicato dalla commissione consultiva tossicologica per gli ambienti esterni, ma che rientra nella normalità già dal giorno successivo all’incendio e nei giorni a seguire. Il picco di concentrazione di 820 fgTeq/m3 rilevato dal campionatore portatile nelle due ore immediatamente successive all’incendio, seppure indicativo di una situazione di pericolo per l’immissione di tali sostanze nell’ambiente esterno, descrive una situazione puntuale; ai fini della valutazione della qualità dell’aria risulta molto più utile e rappresentativo il dato rilevato dalla centralina di monitoraggio».

L’incremento contenuto

La concentrazione di materiale sedimentato – prosegue la Salvati – è di «rilevante importanza perché è attraverso questo che gli inquinanti rimossi dall’atmosfera si trasferiscono su qualsiasi tipo di superficie per semplice deposizione secca e umida. Questa modalità di immissione di Pcdd/F nell’ambiente rappresenta uno dei principali meccanismi di contaminazione della catena alimentare. Per questo motivo, il monitoraggio delle deposizioni atmosferiche di microinquinanti organici riveste particolare importanza nella valutazione dell’impatto sull’ambiente delle emissioni di Pcdd/Pcdf da parte delle varie sorgenti tra cui l’incendio. La concentrazione di Pcdd/F rilevata nella deposizione di Maratta – conclude – relativa al periodo 2-16 agosto, pur evidenziando un incremento rispetto a quanto misurato nei mesi precedenti, resta ben al di sotto dei valori ‘guida’ individuati dai vari organismi preposti».

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