Terni, inceneritore: «Acea ritiri l’istanza»

Altolà del Comune per voce del sindaco Latini e dell’assessore Salvati: «Sosteniamo progetto Asm. Territorio non può più sopportare»

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«Invochiamo un atto di responsabilità da parte di Acea nel ritiro dell’istanza». Lo scrivono il sindaco di TerniLeonardo Latini e l’assessore comunale all’ambiente Benedetta Salvati, in una nota a firma congiunta inviata alla Regione Umbria, all’Auri e al gestore dell’impianto di incenerimento di Maratta, in riferimento all’istanza presentata dalla multiservizi capitolina di implementazione dei rifiuti destinati allo smaltimento nell’inceneritore, provenienti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani. «Le valutazioni che l’amministrazione comunale sta facendo sull’istanza Acea e sulla situazione del ciclo dei rifiuti – scrivono il sindaco e l’assessore – sono molto serie e approfondite».

INCENERITORE, ECCO COSA VUOLE BRUCIARE ACEA

Benedetta Salvati e Leonardo Latini

Sostegno al progetto Asm

«Abbiamo evidenziato che la programmazione dei flussi di rifiuti stabilita nel piano regionale dei rifiuti aggiornato al 2015, prevede uno scenario diverso dal recupero energetico tramite termovalorizzazione diretta in favore del recupero massimo di materia. Nell’ottica dell’investimento su impianti che vadano in questa direzione, Asm Terni ha presentato ad Auri, che si sta occupando della redazione del piano d’ambito facendo valutazioni sui fabbisogni impiantistici di nuova realizzazione, il progetto di un impianto che possa soddisfare questo tipo di scelta. Un impianto che prevederà trattamenti e valorizzazione dei rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata, promuovendo così il potenziamento del segmento impiantistico relativo al pretrattamento, avvio effettivo al riciclaggio del materiale recuperato».

Inceneritori «non più compatibili con il territorio»

«Nello scenario descritto – osservano Latini e la Salvati – la Regione sarà vincolata dalla sua programmazione nel concedere in autorizzazione rifiuti codice 19.12 provenienti dal circuito dei rifiuti urbani e quindi il gestore potrebbe ottenere esclusivamente un ulteriore codice di rifiuto speciale da incenerire, proveniente chissà da dove. Per questo invochiamo un atto di responsabilità da parte di Acea nel ritiro dell’istanza. In una situazione ambientale difficile come quella di Terni, questo tipo di impianti che continuano a lavorare e ad impattare sulla città al solo fine di creare profitto economico per i proprietari, non sono più ragionevolmente compatibili con il nostro territorio».

Battaglia di ‘carte’

«Se nonostante la nostra richiesta il procedimento dovesse comunque continuare – concludono gli amministratori comunali -, il Comune di Terni ha già chiesto tutte le integrazioni di tipo tecnico necessarie e si esprimerà con i pareri di competenza in ambito di urbanistica, edilizia e acustica riservandosi se necessario di esercitare i poteri sanitari previsti dagli articoli 216-217 del Regio Decreto 1934 in fase di istruttoria anche sulla base della valutazione di impatto sanitario Vis di competenza della azienda Usl».

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