Che sia una svolta nella lunga storia della Iosa Carlo Srl, è inconfutabile. Su quale sia ora l’approdo, invece, le certezze sono molte di meno. Anche se coloro che assistono la proprietà dell’impresa di pulizie tecniche e industriali di Terni – l’avvocato Roberto Materazzi e il commercialista Roberto Piersantini – non hanno dubbi: «La Iosa ha posto in essere tutte le attività utili perché si possa mantenere la continuità operativa dell’azienda». Punto.
Delusi e preoccupati Certo, la ‘botta’ – non la prima – per loro e per l’azienda non è stata delle più leggere. Perché con decreto del tribunale di Terni – collegio fallimentare presieduto da Massimo Zanetti – depositato lo scorso 21 giugno, è stato dichiarato inammissibile il concordato preventivo in continuità presentato dall’azienda. E la notizia ha aperto scenari di preoccupazione sia fra chi ha le redini della società, che fra i sindacati e quindi i lavoratori che, considerando i contratti a termine periodicamente rinnovati, sono circa 140 in tutto.
«Piano efficiente» «Ma nel corso dei dodici mesi di pre-concordato – affermano i due professionisti ternani – gli stipendi sono stati tutti pagati, così come i fornitori. Lo stesso dicasi per le pendenze relative all’anno trascorso con l’Agenzia delle entrate e l’Inps». La domanda di pre-concordato risale ad un anno fa, era il 28 giugno del 2017. Sei mesi dopo, il 29 gennaio 2018, la Iosa Carlo Srl ha presentato la propria proposta concordataria con tanto di piano e documenti allegati.
Il debito Ma perché si è giunti a questo stato di cose se, come spiegano Materazzi e Piersantini, «la macchina funziona, produce fatturato e reddito ed offre servizi unici e fondamentali anche per l’acciaieriadi Terni»? Di base il consistente debito nei confronti dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps: diversi milioni di euro appesantiti negli anni da interessi, aggio e sanzioni. Un quadro che, però, non sarebbe univoco né chiaro ed anche questo è uno dei temi che hanno lasciato perplessi tanto la proprietà quanto i professionisti che la assistono.
La realtà, allo stato, è quella disegnata dal tribunale: «Ma il piano economico e finanziario posto alla base del concordato, finora, è stato puntualmente rispettato e, allo stato, non risultano istanze di fallimento da parte dei creditori». Parlare di Iosa, però, vuol dire parlare di Ast. Perché almeno il 60% dell’importante fatturato della Srl ternana è legato alle pulizie, alle manutenzioni ed allo smaltimento delle polveri negli impianti di viale Brin. Un legame per certi versi fondamentale. Il resto degli affari dipende dal ramo ‘ecologia’, ovvero dai diversi incarichi presso imprese e privati per smaltire e trattare i rifiuti, per lo più speciali. Lecito chiedersi ‘e ora che succede?’: Terni, dove all’orizzonte va spuntando qualche altra nuvola grigia, non ha davvero bisogno di appesantire la propria crisi socio-economica.