Un risarcimento complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, connesso a quanto liquidato nel 2017 dall’assicurazione dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni ad una coppia di genitori. La somma, dopo la messa in mora da parte dello stesso ospedale, era stata contestata dalla procura della Corte dei Conti dell’Umbria a quattro medici in servizio presso il reparto di pediatria nel lontano 2001 (484 mila euro ad un professionista e 242 mila agli altri tre). La decisione finale della Corte umbra – presidente Giuseppe De Rosa, giudici Elisabetta Conte e Iole Genua – è stata quella di assolvere tutti e quattro i convenuti, tre dei quali difesi dall’avvocato Valerio Provaroni ed uno dal collega Fabrizio Garzuglia.
La vicenda ha origine nell’estate del 2001, quando un bambino viene alla luce al ‘Santa Maria’, inzialmente in buone condizioni di salute, salvo poi – nel giro di poche ore – palesare valori glicemici inferiori alla norma. Una situazione monitorata, trattata e inizialmente risolta dai medici dell’ospedale di Terni, fino alle dimissioni del piccolo avvenute due giorni dopo la nascita. Una volta a casa, però, il neonato aveva evidenziato i segni di un grave malessere e i genitori lo avevano trasportato d’urgenza al ‘Santa Maria’ dove, oltre l’ipoglicemia, era stato riscontrato un edema cerebrale diffuso. Poi il trasferimento al Bambino Gesù di Roma e la diagnosi di ‘ipoglicemia transitoria’, seguita da quella che sarebbe drammaticamente emersa – nel tempo – come una ‘grave forma di encefalopatia epilettica farmacoresistente ad elevata frequenza di crisi, con ritardo psicomotorio’.
Secondo la magistratura contabile umbra, i quattro professionisti della pediatria che avevano avuto in cura il piccolo a Terni, avrebbero compiuto omissioni di carattere diagnostico e terapeutico. A partire da carenti verifiche e monitoraggi dei livelli di glicemia, tanto prima delle dimissioni che all’atto delle stesse: per la procura regionale della Corte dei Conti, un adeguato monitoraggio dei valori avrebbe consentito l’individuazione dello stato di ipoglicemia e la sua pronta correzione, evitando l’instaurarsi della grave sofferenza encefalica del neonato.
La decisione finale della Corte di via Martiri dei Lager è stata quella di assolvere i quattro convenuti. E, fra le varie motivazioni della decisione, si cita anche il fatto che «sebbene sia indubbio che il bambino abbia sofferto di ipoglicemia neonatale transitoria, da quanto riportato non emerge con sufficiente chiarezza che il mancato – o meglio, più assiduo – monitoraggio della glicemia nel periodo dalla nascita fino alla dimissione del bambino, sia l’unica determinante dei problemi neurologici poi verificatisi». E quindi il nesso di causalità , per i giudici, non è stato sufficientemente provato.