33.600 euro: questo il risarcimento che l’ex presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, dovrà versare all’ente a seguito della sentenza di condanna emessa dalla sezione giurisdizionale della corte dei conti dell’Umbria e depositata lo scorso 9 marzo.
Indennità ‘irregolare’ Il procedimento è quello aperto dalla procura regionale della corte dei conti in seguito all’erogazione dell’indennità di risultato al segretario generale della Provincia, titolare anche delle funzioni di direttore generale dell’ente a seguito di un decreto emesso nel 2009 dall’ex presidente Polli.
Il nodo Nel mirino della magistratura contabile c’erano finiti altri due decreti – il 27527 del 13 maggio 2011 e il 60089 del 15 novembre 2012 – con cui l’ex numero uno della giunta di palazzo Bazzani aveva corrisposto indennità di risultato pari a 33.600 euro complessivi (16.800 relativi al 2010 e altrettanti riferiti al 2011) in maniera ritenuta ‘illegittima’ in relazione ai contenuti del contratto collettivo nazionale di lavoro.
La sentenza Secondo i giudici di via Martiri del Lager, «una simile indennità , esclusa dal cosiddetto monte salari, non può essere corrisposta in via autonoma, quale indennità di risultato aggiuntiva a quella propria del segretario generale. Le valutazioni sulla palese contrarietà della parametrazione dell’indennità di risultato, ed ancora di più la corresponsione di un’indennità aggiuntiva per l’attività di direttore generale rispetto a quella propria di segretario generale – è scritto nella sentenza – danno conto della colpa grave che ha caratterizzato la condotta del convenuto».
Giudizio pendente Per l’ex presidente Feliciano Polli, difeso dagli avvocati Mario Rampini e Federica Pasero, non si tratta comunque dell’unico procedimento in corso di fronte alla corte dei conti dell’Umbria. Lo scorso 2 marzo è stato discusso quello che vede coinvolti otto membri della giunta che ha amministrato la Provincia di Terni fra il 2009 e il 2014 e un dirigente dell’ente, a cui la magistratura contabile addebita un danno erariale pari a 280 mila e 154 euro. Il nodo, in questo caso, è quello legato all’attribuzione dell’incarico all’ex dirigente di Gabinetto della Provincia.