Terni, la ‘rigenerazione’ fa passi in avanti

Sostenibilità e economica circolare: 32 obiettivi raggiunti dalle 8 aziende aderenti a Urban Re-Generation, promosso da Confindustria e Fondazione Carit

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servizio di F.L.

A dieci mesi dalla firma del protocollo d’intesa tra Confindustria e Fondazione Carit per dare sostanza al progetto Urban Re-Generation, prosegue a Terni il percorso per costituire il primo distretto italiano della sostenibilità, dell’economia circolare e della rigenerazione urbana. L’annuncio è stato dato giovedì pomeriggio alla presentazione dei risultati della prima fase del progetto, svolta nella sede di Confindustria Umbria. Promosso dall’associazione degli industriali e sostenuto dalla fondazione di origine bancaria, Urban Re-Generation è nato grazie all’adesione di un primo nucleo fondativo di otto imprese: Acciai Speciali Terni, Beaulieu Fibres International, Exolon Group, ERG Hydro, Fucine Umbre, Sangraf International, Novamont e Tarkett. Il progetto punta alla valorizzazione del territorio in chiave di sviluppo sostenibile, promuovendo una rigenerazione non soltanto legata ad aspetti urbanistici ma all’insieme delle dinamiche produttive e sociali.

Le buone pratiche ambientali delle imprese aderenti

Nel primo semestre 2020 presso le prime otto imprese aderenti al progetto è stata realizzata una ricerca a perimetro omogeneo finalizzata alla mappatura delle buone pratiche in materia di sostenibilità ambientale e di economia circolare. La ricerca – illustrata giovedì da Giammarco Urbani, presidente della sezione territoriale di Confindustria Umbria e discussa con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ha individuato, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda Onu 2030, 32 obiettivi già raggiunti dalle aziende aderenti, e 17 progetti di ulteriore miglioramento da attuare nella successiva fase. Tra i risultati evidenziati nella ricerca presentata giovedì: abbattimento, nel solo 2019, di circa 25 mila tonnellate di Co2 emesse in atmosfera pari a circa il 7% del totale delle emissioni del comparto industriale del ternano; riduzione fino al 60% dei consumi energetici per l’illuminazione, grazie all’utilizzo di illuminazione a led; fino all’80% del totale dei materiali impiegati nella produzione proveniente da materiale riciclato, fino al 100% degli scarti di produzione reimpiegati come materia prima nel ciclo produttivo o avviati al compostaggio, produzione in loco di energia elettrica e termica attraverso cogenerazione, con riduzioni fino al 30% del combustibile utilizzato; investimento, dal 5% al 20%, degli utili in ricerca e sviluppo per la riduzione delle emissioni in atmosfera e lo sviluppo di prodotti innovativi e sostenibili; abbattimento del consumo di acqua potabile grazie al ricircolo acque di processo e al recupero delle acque piovane; coinvolgimento dei fornitori in progetti per la riduzione dei rifiuti e l’ottimizzazione dei processi di produzione/fornitura delle materie prime; progetti di dematerializzazione e digitalizzazione per la riduzione del consumo di carta; analisi del ciclo di vita dei prodotti, riconosciute da certificazioni quali Epd (dichiarazione ambientale di prodotto), carbon footprint ed eco-label, per identificare i punti critici presenti e definire opportune strategie di miglioramento.

Gli sviluppi futuri del progetto Urban Re-Generation

Urban Re-Generation, di cui è stato presentato anche il logo, prevede, per arrivare alla costituzione del distretto, un piano di sviluppo nel quale verrà promossa l’adesione di nuove imprese, mentre le aziende aderenti hanno già individuato un set di 17 obiettivi per l’ulteriore miglioramento delle proprie performance di sostenibilità. Verrà quindi sviluppato un dialogo aperto con le comunità locali e verranno promosse iniziative di comunicazione a livello nazionale e internazionale finalizzate alla promozione del territorio e al confronto con le migliori pratiche europee.

L’impegno alla gestione dell’emergenza Covid

Nella ricerca condotta nelle otto aziende un focus specifico è stato dedicato alla gestione dell’emergenza sanitaria. Sin dalle primissime fasi dell’emergenza epidemiologica, le otto imprese monitorate hanno tempestivamente adottato protocolli precauzionali con misure ulteriori rispetto a quelle previste dalla normativa. Le trasferte del personale sono state ridotte fino al 60% ed è stato incentivato il ricorso a live meetings attraverso piattaforme digitali. Vi è stato ampio ricorso allo smart working anche per ridurre le emissioni in dovute agli spostamenti casa-azienda. Secondo le imprese partecipanti che hanno partecipato alla ricerca, l’emergenza coronavirus ha determinato una maggiore attenzione e un rinnovato impegno alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti: ambientale, sociale ed economica.

Presidente Tesei: «Regione pronta a fare la sua parte»

Per il presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, «il progetto dimostra la sensibilità che la sezione regionale ha verso questo territorio che – ha continuato – ci auguriamo possa dimostrare che la classe imprenditoriale è fortemente impegnata non solo nel rispetto delle regole, ma anche nel fare in modo che le proprie città siano sempre più all’avanguardia. È una sfida che parte da Terni e Narni e con impegno, trasparenza e collaborazione si possono raggiungere risultati importanti». Presente alla presentazione, oltre al sindaco Leonardo Latini, anche la presidente della Regione, Donatella Tesei. «Quello della sostenibilità ambientale – ha sottolineato – è un tema importante che ci dovrà accompagnare nei prossimi anni ed è una mission che ci dà anche l’Unione europea. Dovrà essere affrontata come sistema Paese nell’ambito del Recovery Fund. Dobbiamo riuscire a fare dell’Umbria – ha aggiunto – un attrattore importante che mette al primo posto il tema della sostenibilità ambientale, noi come Regione ci saremo».

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