L’hanno tirata giù. La bandiera tedesca che aveva provocato più di una reazione negativa, comparsa sul pennone della Tk-Ast, non c’è più. Al suo posto hanno issato quella italiana e, pure, quella europea.
Il summit Giovedì mattina i sindacalisti si sono ritrovati in riunione e, magari, per dire una qualche parola – tutti insieme – su una faccenda che, formale o no che fosse, una valutazione forse la meritava. Solo che, invece, è successo che mentre loro parlavano, l’azienda ha fatto l’ammaina-issa bandiera. E il comunicato è rimasto nelle memorie dei computer. Ma non in tutti.
La Rsu Qualcuno, infatti, ha deciso che fosse comunque il caso di farlo circolare e a legerlo si capisce pure perché si era deciso di non farlo uscire: «Il complessivo preoccupante periodo, che vede tutti impegnati, ognuno in rispetto delle proprie responsabilità – c’è scritto – ha registrato mercoledì l’ennesimo atto provocatorio da parte dell’azienda. Risulta grave e offensivo, dal nostro punto di vista percorrere viale Brin e osservare la sola bandiera tedesca, sventolare arrogante sopra le mura aziendali. Tale affronto, per quanto ci riguarda, mina le corrette relazioni e predispone inevitabili conseguenze dirette ed indirette. Gradiremmo ovviamente anche una netta presa di posizione sull’argomento, da parte delle istituzioni politiche e dal prefetto, nei confronti di una multinazionale che per far notizia e alzare ulteriormente il clima di tensione sceglie, in modo vile, di offendere tutti».
«Tutto è bene quel che finisce bene» Rinascita Socialista R.D.L. «ringrazia quanti hanno preso in considerazione la sua segnalazione di ieri contribuendo affinché fosse ripristinata l’onorabilità di Terni e della Nazione. Chi ha preso questa decisione ha dimostrato molta più intelligenza di quei frettolosi detrattori che ieri, evidentemente, non avevano capito quale fosse la posta in gioco».