Nel dicembre 2015, presso l’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, si era sottoposta ad un intervento di estrazione dentale che le aveva causato la lesione del nervo alveolare inferiore e del nervo mentoniero, con conseguente deficit neurosensitivo: assenza di sensibilità al labbro inferiore sinistro e nella zona dentale e gengivale adiacente.
Per questo la paziente aveva chiesto il risarcimento del danno patito alla stessa azienda ospedaliera, con causa civile giunta a sentenza nel dicembre del 2020 e conseguente condanna dell’ospedale, da parte del tribunale di Terni, a liquidare la somma di 28.947 euro. Questa somma è stata poi contestata dalla procura regionale della Corte dei Conti dell’Umbria al medico che aveva eseguito l’intervento. Perché, a giudizio della magistratura contabile, c’era stata una condotta «imprudente a causa della mancata prescrizione di un dental scan preoperatorio che avrebbe potuto fornire validi elementi per adottare tutte le necessarie cautele per non ledere il nervo e che avrebbe consentito di informare la paziente sullo specifico rischio che correva».
Il professionista citato ha poi chiesto di poter accedere al rito abbreviato, che comporta il pagamento della metà della somma contestata – ovvero 14.473 – e la Corte dei Conti dell’Umbria, lo scorso gennaio, ha accolto la richiesta di definizione agevolata del giudizio, a cui la procura non si è opposta. Una somma che è stata poi liquidata tramite bonifico, con conseguente chiusura della vicenda contabile.