Terni: Liguori vince al Consiglio di Stato e resta procuratore

Ultima sentenza della lunga querelle iniziata con la ‘non conferma’ sancita dal Csm per le chat con l’ex magistrato Luca Palamara

Condividi questo articolo su

Si chiude definitivamente in favore del procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, l’intricata vicenda professionale – e connessa alla giustizia amministrativa – che lo ha coinvolto per oltre un anno. Dalla ‘non conferma’ nel ruolo sancita dal Csm nel gennaio 2023, in ragione delle chat intercorse fra lo stesso Liguori e l’ex magistrato Luca Palamara, di acqua sotto i ponti – e di sentenze – ne è passata parecchia. A mettere la parola fine è stato il Consiglio di Stato che, nel merito, ha accolto il ricorso del magistrato di origini calabresi contro quanto deciso lo scorso novembre dal Tar del Lazio, ovvero che la ‘non conferma’ sancita a suo tempo dal Csm – mai costituitosi in giudizio nei vari procedimenti amministrativi che ne sono scaturiti – era del tutto legittima. Il Consiglio di Stato, nella sentenza che chiude la partita, ha affermato esattamente l’opposto, ribadendo la piena legittima di Alberto Liguori nel suo ruolo. Secondo i giudici della sezione settima del Consiglio di Stato – presidente Marco Lipari, giudici Massimiliano Noccelli, Daniela Di Carlo, Sergio Zeuli, Rosaria Maria Castorina – «al di là delle inopportune e querule richieste dell’appellante, la condotta contestata a questi non è mai giunta ad assumere una sistematicità e soprattutto una incidenza tale da compromettere l’imparziale esercizio delle funzioni, pur non potendo tale condotta definirsi certamente esemplare». In una nota stampa il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, afferma che «il Consiglio di Stato ha evidenziato come l’organo di autogoverno della magistratura avesse in passato giudicato irrilevanti le conversazioni intercorse con il dottor Palamara, assegnando al procuratore di Terni l’ultima valutazione di professionalità. Il giudice amministrativo ha sottolineato come nella delibera oggi annullata, il Csm non ha indicato alcun concreto elemento istruttorio a sostegno dell’incidenza di dette conversazioni sull’esercizio delle funzioni assegnate al dottor Liguori. Ad avviso del Consiglio di Stato – specifica il procuratore Sottani – gli elementi acquisiti ‘non possono comportare una inammissibile identificazione e commistione tra logiche correntizie e imparzialità delle funzioni rivestite’.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli