‘Un gesto uno sguardo, una situazione… emozioni. L’infermiere racconta’. Un libro che contiene una raccolta di storie scritte dagli infermieri, che narrano la loro esperienza professionale, ricca di suggestioni particolari e che, in occasione del premio letterario nazionale città di Terni ‘Logo d’Oro’, è stato premiato con il ‘Logo d’Argento’: a riceverlo il collegio provinciale IP.AS.VI. di Terni (Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia), autori dello scritto. Alla cerimonia, andata in atto nell’ultimo weekend di settembre a palazzo Gazzoli, hanno partecipato il presidente della fondazione CaritLuigi Carlini ed il vice prefetto Lucia Raffaele Palma.
Il ‘Logo d’Oro’ è ideato e realizzato dalla Pro Loco Terni – quest’anno si è svolta la 16° edizione -, e prevede sette sezioni: poesia in lingua, poesia in vernacolo, racconti in lingua e vernacolo, lettera a San Valentino o poesia d’amore, libri di narrativa, libri di saggistica, libri di poesie, alle quali si aggiungono i premi speciali, i diplomi di partecipazione e i riconoscimenti per studenti, alunni, bambini e scuole partecipanti. A giudicare le opere Clara Cocci, Francia Ciarini, Paolo Casali e Maria Rosaria Pagano, con il coordinamento del presidente della Pro Loco Terni, Bruno Minelli. A palazzo Gazzoli presenti alcuni infermieri autori delle storie raccolte nel libro: Daniela Crispoldi, Rossana Fiocchi, Katia Farinelli e Paolo Antonio Palmiri. A rappresentare il collegio IP.AS.VI. di Terni la presidente Emanuela Ruffinelli, la vice presidente Serenella Bertini, il tesoriere Paolo Sgrigna, i consiglieri Doris Burchi e Nazzareno Basili, e l’amministrativa Patrizia Pezzatini.
Umanità ed esistenza Il libro dell’IP.AS.VI parla di storie di persone, di emozioni, di sentimenti, di presa in carico, di sguardi fugacemente posati su aspetti intimi e dolorosi di chi si affida ad altri perché da solo non ce la fa più, storie di lunga vicinanza nel dolore e di accompagnamento al morire: esperienza, ricerca, stupore, emozioni, fatiche, delusioni, ma anche speranza di poter garantire un progetto di vita. La giuria ha premiato l’opera per la «bellissima idea di dar voce scritta agli infermieri; essi si occupano di altri esseri umani in momenti difficili dell’esistenza e spesso ne accompagnano la morte. E tutto ciò nella fatica e nella responsabilità delle relative prestazioni mediche: in questo contesto avviene uno scambio interspirituale, empatico di forti emozioni, che testimoniano la grande ricchezza degli uomini, non solo quali corpi bisognosi (malati ed infermieri) di aiuto, ma ricchi di un profondo valore spirituale ed etico. Così i racconti sono tutti essenzialmente molto belli, e ci commuovono nel profondo del nostro animo».