di S.F.
Immediata convocazione di una conferenza stampa. Il sindaco Leonardo Latini non ha i numeri sul Documento unico di programmazione 2023/2025 ed i consiglieri di minoranza, sancito lo scioglimento dell’appuntamento odierno in consiglio comunale, non hanno perso tempo per lanciare più di qualche attacco alla maggioranza. Nel mirino c’è in particolar modo il numero uno al bilancio Orlando Masselli.
IL VIDEO – SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUNALE SUL DUP
IL CONSIGLIO SALTA: APPENA 14 CONSIGLIERI PRESENTI
«Fuggono da responsabilità politica»
A parte una manciata di consiglieri leghisti – Marco Cozza, Francesco Pocaforza – e Valerio Mecarelli di FI, nessuno si è presentato in Comune per appoggiare il sindaco sul Dup. Ad aprire l’appuntamento è stato il capogruppo di Senso Civico Alessandro Gentiletti: «La maggioranza, di fronte ad una situazione drammatica, ha deciso di non presentarsi e affrontare il dibattito pubblico. Sono fuggiti dalla responsabilità politica. Questo è un giorno brutto per la città, l’unica cosa che li teneva insieme è la lotta di potere. Avevamo ragione cinque anni fa. Tutta la giunta è responsabile, ma il nome e cognome principale è evidente. Il sindaco assuma quanto prima le deleghe al bilancio e ne chieda la discussione e il voto in aula». Il tackle è su Masselli.
«Certificato il fallimento della destra»
‘Fuoco’ anche da parte del candidato a sindaco del Polo alternativo, il consigliere M5S Claudio Fiorelli: «Oggi è stato certificato il fallimento dell’amministrazione di destra. Così come era accaduto con Ciaurro, le dinamiche sono le stesse. Una lotta intestina che nulla ha a che vedere con il bene della cittadinanza. I voti sono mancati su un atto come il Dup, propedeutico al più importante documento, ovvero il bilancio. Per beghe interne la maggioranza ha fatto mancare la votazione su una questione importante. Ciò avrà un impatto superiore rispetto ad altri Comuni e ricadrà sulle spalle dei cittadini. In primis i più deboli. Ora non so quali escamotage potranno inventarsi per tirarsi fuori da questa situazione scandalosa e umiliante. Non per noi, ma per i cittadini».
E ora? Nodo bilancio: «Pagina vergognosa»
Duro anche il capogruppo Pd Francesco Filipponi: «Erano 14 i consiglieri presenti, gran parte della minoranza ed è segno di responsabilità. L’atteggiamento del centrodestra è stato l’opposto, mancavano tutti e quattro i gruppi del cdx, anche Terni Civica. E FdI nella sua interezza». Da parte sua anche nozioni amministrative: «Il bilancio può essere approvato entro il 30 aprile, noi saremo presenti in caso di nuovo consiglio comunale. Riteniamo che quella di oggi sia una pagina vergognosa per la città, Terni non la meritava. Ora la situazione è delicatissima. Ricordo che dal 30 marzo l’assise si potrà riunire solo per cose ordinarie. In ogni caso se entro il 30 aprile non c’è l’ok al bilancio, la prefettura può concedere altri venti giorni». Il che vorrebbe dire passare la palla al nuovo esecutivo. Non il massimo: «Potrebbe arrivare anche il commissario ad acta», ha concluso. Sponda Paolo Angeletti (Terni Immagina) commento più fluido e stringente: «Tutto ciò è offensivo, soprattutto nei riguardi della cittadinanza. Un’offesa per chiunque, si stravolgono le regole della democrazia». Chiaro che ora in casa centrosinistra la partita rilevante è legata ai candidati a sindaco: per ora quadra tutt’altro che trovata. «Fosse stato per i presenti in questa stanza, i guai non ci sarebbero stati», ci ha tenuto a sottolineare Luca Simonetti (M5S).
Pd e Kenny all’attacco
La segreteria del Pd di Terni, intanto, parla di «peggior epilogo per Latini che ha appena ribadito la volontà di correre per un secondo mandato, ma forse ancora peggiore per gli alleati/nemici Fratelli d’Italia, che con Masselli sono titolari del bilancio in discussione a breve e che lanciano nella competizione lo stesso Masselli. Nella destra ternana c’è una guerra che ha fortemente contribuito, in abbinamento a insipienza, incapacità e inesperienza, a 5 anni di disastri che hanno portato la città all’immobilismo totale, spesi occupandosi solo di posizionamenti e potere, ben rappresentati dai continui rimpasti e cambi di sedia». Anche il candidato sindaco Josè Maria Kenny dice la sua: «Il mancato numero legale da parte dei consiglieri comunali del centrodestra nel consiglio comunale odierno, non è solo è un’incresciosa mancanza di rispetto alla cittadinanza ternana ma è un chiaro indicatore del declino del governo della città e della sua classe dirigente. Sono ancora più convinto della mia scelta e della necessità di una svolta per formare nuove leve capaci di offrire ai giovani ternani una città e un futuro migliori».