Terni: musica, eventi e sanzioni. «Molte non pagate, ora si inciderà di più»

Venerdì mattina il confronto in III commissione sul nuovo regolamento

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di S.F.

Nuovo regolamento comunale sull’utilizzo di strumenti, apparecchi e impianti di diffusione sonora nei pubblici esercizi e sullo svolgimento di trattenimenti, spettacoli e manifestazioni. Tempo di confronto a palazzo Spada dopo il passaggio in giunta delle ultime ore: il focus, come da attesa, è finito in particolar modo sul quadro sanzionatorio. Alla fin fine è l’elemento di maggior rilievo rispetto a quanto previsto dalla ‘storica’ ordinanza, poi modificata di recente.

IL NUOVO REGOLAMENTO COMUNALE, VIA L’ORDINANZA: I DETTAGLI

Grigioni e Renzi

Libertà, sanzioni e interesse

In III commissione – presidente Claudio Batini – protagonisti su tutti l’assessore al commercio Stefania Renzi e il dirigente del settore, Paolo Grigioni: «Era opportuno fare un regolamento dopo aver acquisito il parere degli operatori e dei cittadini per costruire – ha esordito l’esponente dell’esecutivo Bandecchi – un giusto compromesso tra le parti coinvolte». L’interlocuzione ha coinvolto in particolar modo Confartigianato e Confcommercio che, subito dopo l’ordinanza di inizio maggio, si sono fatte avanti per chiedere un confronto: «C’è sempre attenzione alla valorizzazione delle attività commerciali, specie in centro, ora è stato raggiunto un equilibrio tra Comune, associazioni di categoria e cittadini. Il documento dà più libertà alle attività commerciali e al contempo incide molto sulla sanzione in caso di violazioni». Motivo? «Dati alla mano, quest’anno, le numerose sanzioni pecuniarie non hanno avuto esito nella maggior parte dei casi. Non sono state pagate. Quindi è stata introdotta la sospensione dell’attività in caso di reiterazione per essere più incisivi. Il ragionamento è ‘lavorate più liberamente, ma rispettate le regole’. Questo è il quadro politico e la motivazione».

DOCUMENTOLA ‘STRETTA’ SULLE SANZIONI: L’ORDINANZA DI BANDECCHI, POI CONTESTATA

Orsini e Filipponi

Quiete pubblica e vincolo

Grigioni ha dato una visione giocoforza di natura tecnica, tirando in ballo altri aspetti: «Questo atto non deroga nulla rispetto al quadro normativo per l’inquinamento acustico e le regole da rispettare per la quiete pubblica, i limiti sono molto stringenti e nulla si sposta con questa regolamentazione», il chiarimento. «Per materie tecniche può essere adottato uno specifico regolamento. L’operazione che viene fatta ora è porre una serie di limiti per permettere da una parte l’attività di controllo anche in materia acustica e dall’altra sensibilizzare gli operatori sul fatto che esiste un quadro sanzionatorio per la tutela della quiete pubblica; una sorta di guida. E alcuni punti discrezionali – gli orari – sono stati oggetti di confronto con le associazioni. Alla base di tutto c’è sempre il rispetto del vincolo del limite acustico». Tutto liscio? No, perché sponda opposizione c’è chi ha sollevato dubbi sull’iter – c’è chi si è lamentato dopo l’ordinanza di inizio maggio – e su un paio di questioni: «Permangono delle criticità, come ad esempio l’articolo 4 del regolamento». Il riferimento è al comma 2 per gli apparecchi sonori per intrattenimento in strutture non dedicate: il mirino dell’esponente Dem e anche di Valdimiro Orsini (TMS) è sugli elementi citati per il funzionamento. Esempio? Il no al pagamento di biglietto di ingresso. «Se c’è un turista che vuole rimanere oltre l’orario di pranzo (13) non avrà la possibilità di avere l’attività musicale», è stato sottolineato in merito agli orari. Dito puntato anche sull’articolo 10 (sanzioni) e la misurazione del livello dei suoni.

Via libera

Grigioni in questa circostanza ha risposto che le limitazioni «erano già contenute nella vecchia ordinanza e rappresentano una linea spartiacque tra le attività che non richiedono autorizzazione e possono essere condotte nell’ambito commerciale di pubblico esercizio». Alla fine ci sarà il parere positivo con 4 favorevoli (maggioranza), 2 astenuti ed un contrario. Non prima della replica della Renzi: «Non c’è alcun tipo di contrasto rispetto a quanto accaduto, ci siamo messi al tavolo appena le associazioni hanno manifestato i loro punti. Non trovo un difetto aver recepito le loro richieste, è buona cosa aver ricevuto input». FdI si è invece esposta con una nota: «Contrario a questo nuovo regolamento, coercitivo e punitivo per come è emerso chiaramente dal dibattito e nelle intenzioni. Mitigato solo grazie all’intervento postumo delle associazioni di categoria che hanno provato a porre rimedio rimedio alla precedente ordinanza del 2 maggio. L’8 e 9 di giugno saranno i cittadini a giudicare questo come molte altre scelte dell’attuale amministrazione». Vedremo gli sviluppi.

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