Terni, omicidio Bellini: Cassazione si interroga

Si attendeva la decisione sui 30 anni inflitti al 46enne ucraino Andriy Halan. Invece la Corte Suprema ha rilevato un contrasto giurisprudenziale

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Sorpresa in Cassazione per la decisione sul ricorso presentato dalle difese del 46enne ucraino Andriy Halan, arrestato dai carabinieri di Terni e quindi condannato a 30 anni di reclusionecon conferma in appello – per l’omicidio del 53enne termoidraulico ternano, Sandro Bellini, avvenuto nel maggio del 2016.

Contrasto giurisprudenziale

La prima sezione della Suprema Corte ha infatti rimesso d’ufficio il ricorso alle sezioni unite della stessa Cassazione. Il motivo è al momento ignoto ma l’ipotesi è che possa essere emerso un contrasto giurisprudenziale fra sezioni diverse in ordine alla qualificazione della ‘gelosia’ come aggravante riconducibile ai ‘futili motivi’. Questa era stata contestata all’operaio ucraino dalla procura di Terni e rilevata anche dai giudici di prima e seconda istanza. A questo punto le sezioni unite potrebbero annullare la sentenza d’appello – con rinvio del processo di fronte ad una nuova corte d’assise d’appello – oppure confermare i 30 anni o, di contro, ridurre la pena inflitta ad Andriy Halan.

Le posizioni

A prescindere da ciò che accadrà, i legali difensori dell’omicida – gli avvocati Francesco Mattiangeli e Luca Maori – si dicono «soddisfatti per una decisione che porta aspetti inerenti la vicenda processuale, all’attenzione del massimo organo nazionale. A nostro parere la gelosia non costituisce un ‘futile motivo’ tale da configurare un’aggravante». Perplesso l’avvocato Renato Chiaranti, che rappresenta i familiari di Sandro Bellini, che resta in attesa di comprendere le motivazioni della decisione che – di fatto – rinvia di qualche mese l’esito finale del procedimento.

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