Terni, Palazzo Carrara: se la memoria è corta

Il sindaco aveva promesso tempi brevi per la sua riapertura: ma da allora sono passati tre anni e mezzo. Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Palazzo Carrara? “Sarà il Palazzo della Memoria e ospiterà gli archivi fotografici, gli archivi della Rai regionale, gli archivi dei canti popolari”. Allora, era il 2002, secondo l’amministrazione comunale era questa l’utilizzazione della vecchia sede della biblioteca il cui trasferimento nell’ex municipio di piazza della Repubblica, stava concludendosi.

Per quel palazzo, desolatamente vuoto, non si era ancora individuata con precisione una funzione futura e si ricorse, così, a un bello slogan. Un Palazzo carico di storia, comunque, che risale – negli ultimi interventi – al XV secolo. Un valore storico, ma anche venale, consistente. Che andava ristrutturato, restaurato, reso moderno almeno nelle funzionalità. E infatti già nove anni dopo quel pronunciamento, nel 2011 era appaltato il primo stralcio dei lavori. Il progetto si era concluso nel 2010.

Nel frattempo il “Palazzo della Memoria” era diventato il “Palazzo dell’Alta Formazione e dell’Università”. Sì, perché s’era deciso che invece che una dependance della Bct, Palazzo Carrara diventasse la sede di rappresentanza e il centro “motore” del polo universitario ternano. Venuto meno l’oggetto – visto com’è finito il polo universitario ormai ridotto a quasi niente – nel 2011 nel mentre si annunciava l’avvio della procedura d’appalto del primo stralcio dei lavori per un investimento di un milione e 100 mila euro, si specificava pure che il Palazzo Carrara avrebbe ospitato uffici pubblici: lì, secondo il piano di razionalizzazione della spesa, si sarebbero trasferiti i servizi scolastici e quelli dell’assessorato alla Cultura.

Una scelta sempre delicata quando si destinano a uffici sale di un certo pregio perché può sempre accadere che ci sia chi appoggia un tavolo o un armadio metallico contro un affresco (basta farsi un giretto a Palazzo Gazzoli se si vuole avere la riprova). C’à da dire che le sale di maggior pregio di Palazzo Carrara in verità sarebbero destinate a manifestazioni culturali aperte alla città e questo è comunque un passo avanti.

“Nel nuovo assetto previsto, la direzione Servizi Educativi e Scolastici occuperà il piano terra e parte del primo, mentre la direzione Servizi Culturali parte del primo e il terzo piano – spiegava il Comune in una nota del giugno 2011 – Con l’intervento il Palazzo verrà reso interamente accessibile. Nel nuovo assetto di Palazzo Carrara è previsto il mantenimento della presenza della Fondazione Toe, che occupa l’intero piano ammezzato posto – si aveva cura di spiegare ai profani – tra il piano terra ed il primo piano”. Tempi per i lavori? Al massimo saranno terminati entro i primi mesi del 2013. Ed infatti ai primi mesi del 2015 veniva finalmente smontata la gru sulla piazzetta antistante Palazzo Carrara.

E tutti si preparavano: arrivano i nuovi uffici, gongolavano commercianti, baristi e tutti quelli che sperano in un maggior movimento nella loro zona di azione. Tanto più che il sindaco in persona nell’estate del 2012, nel decantare le virtù risparmiose del Comune di Terni specificava che “Anche i dati che risultano meno positivi, come quelli relativi alla spesa per gli affitti e le manutenzioni degli immobili comunali, sono destinati in breve tempo ad essere significativamente migliorati grazie all’ambizioso e funzionale piano di riorganizzazione delle sedi comunali già in fase avanzata, con l’accorpamento dei servizi ai cittadini e alle imprese nella nuova sede di Corso del Popolo e – successivamente – con l’unificazione delle funzioni culturali e scolastiche nella nuova sede di palazzo Carrara in via di ristrutturazione”.

Estate 2012: tre anni e mezzo fa. Oggi, gennaio 2016, palazzo Carrara è chiuso, deserto. Come se qualcuno si fosse completamente dimenticato di quello che – seppure per una breve stagione – è stato pur sempre il “Palazzo della Memoria”. Evidentemente corta, però.

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