Terni, polo genomica e biologia: è scontro sul contratto per la gestione degli spazi

Per il Polo d’innovazione genomica, genetica e biologia la durata è ventennale. Il contratto è in scadenza, ma c’è diversità di vedute

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di S.F.

Il Comune di Terni, la Provincia, la Regione Umbria, l’università degli studi di Perugia e l’azienda ospedaliera Santa Maria. Sono i comproprietari del complesso di medicina in zona Colle Obito e ora sul tema si è creata un’interessante vicenda che, tuttavia, rischia di finire non proprio bene. Motivo? La gestione del Polo d’innovazione genomica, genetica e biologia (Ggb) in via Mazzieri e la durata del comodato d’uso gratuito. Si va di mediazione volontaria.

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Una storia che inizia nel 2012

Cosa è successo per arrivare a questo punto? La storia inizia oltre dieci anni fa, il 24 gennaio 2012, quando fu approvato il protocollo d’intesa tra Comune, università, Polo Ggb e Comunione per la realizzazione del laboratorio di biotecnologie nel complesso di medicina. Bene. Il 31 maggio 2017 palazzo Spada certifica la regolare esecuzione dei lavori, il 7 giugno dello stesso anno si firma l’accordo per la consegna delle aree ed il giorno successivo ci fu la sottoscrizione tra UniPg e Polo Ggb utile alla regolamentazione dell’uso della gestione. Il problema prende corpo il 24 ottobre 2018, quando l’esecutivo Latini prende atto della variazione della concessione in uso per un motivo: la sostituzione dei locali del primo piano con quelli al piano terra. La controversia nasce in questo momento.

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La durata del contratto

Poco più di una settimana fa – 9 marzo – c’è stata l’assemblea della comunione di medicina con la presenza di Comune, UniPg e Usl Umbria 2. Tra i punti anche la procedura di mediazione volontaria con il Polo Ggb parte istante: «Viene affermato – si legge nel documento – che non è stata rinvenuta alcuna documentazione in ordine alla asserita e pretesa concessione d’uso ventennale degli spazi utilizzati dal Polo d’innovazione di Genomica, genetica e biologia Società consortile arl (oggi mutata in srl), in quanto la procedura invocata dal polo presuppone la titolarità di un diritto soggettivo che si asserisce (a giudizio della parte istante) essere stato leso, con conseguente ricorso obbligatorio alla mediazione (trattandosi nella fattispecie di comodato d’uso e comunque di diritti reali). Nel caso di specie il Polo d’Innovazione di Genomica, Genetica e Biologia risulta essere sì titolare di un contratto di comodato d’uso, ma che in alcun modo il diritto che ne discende quale comodatario risulta essere stato leso o in procinto di essere leso».

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La diversità di vedute

Tutto ciò perché per il Polo Gbb – si appoggia alla delibera dell’ottobre 2018 – il contratto sarebbe di durata ventennale. La pensano diversamente gli altri: contratto di comodato d’uso triennale dal giugno 2017 al 2020, poi «lo stesso Polo ebbe a chiedere all’università degli studi di Perugia con nota dell’ 11 maggio 2020, la proroga del citato contratto di comodato per uguale periodo (ossia ulteriori tre anni) che ne hanno attualmente determinato la scadenza al giorno 8 giugno 2023». Il risultato è che il Comune ha dato l’ok alla procedura di mediazione con l’ingegnere Stefano Marinozzi responsabile del procedimento e la firma della dirigente all’università Donatella Accardo. In pratica c’è la delega ad UniPg a partecipare per resistere ad ogni pretesa richiesta.

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