Lotta alla malaria, Terni raddoppia

L’annuncio del professor Crisanti: «Nuovi investimenti tecnologici e di personale, il centro avrà un ruolo ancora più cruciale»

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di F.L.

La sfida «è vinta», ora si raddoppia: dopo i risultati raggiunti nei laboratori londinesi, il gruppo di ricerca del il Polo GGB (genomica, genetica e biologia) di Terni – totalmente incardinato nel progetto dell’Imperial College coordinato dal professor Andrea Cristanti – è pronto a fare la sua parte in maniera ancora più determinante. Con un investimento importante, circa 1,5 milioni di euro per 5 anni, che permetterà un’implementazione non solo strumentale ma anche di personale della struttura adiacente alla facoltà di Medicina di Colle Obito, per tagliare nuovi traguardi nella lotta alla malaria tramite lo studio e il confinamento delle zanzare.

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Tempi e modalità

L’annuncio è stato dato venerdì mattina nel corso di una conferenza a palazzo Spada alla quale hanno preso parte oltre allo stesso Cristanti, anche l’assessore all’Università, Valeria Alessandrini, e l’amministratore delegato del Polo Gbb, Greta Immobile Molaro. «In 12 mesi – ha detto il professore -, parallelamente al rinnovamento del progetto, i laboratori di Terni arriveranno a contare circa 25 ricercatori, tutti a tempo indeterminato, rispetto ai 9 che operano attualmente, alcuni trasferiti dal centro genomico di Siena. Ci saranno molti ternani tra loro, perché la nostra filosofia è quella di cercare di valorizzare la comunità, alcuni cervelli in fuga di rientro, tutto personale estremamente qualificato e che opererà in un ambiente internazionale».

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La conferenza stampa

Non solo malaria

Nuovi investimenti, questi, che saranno possibili non solo grazie al contributo della Fondazione Bill e Melinda Gates, ma anche del Governo americano e della Comunità europea. «Il raddoppio dei laboratori – ha spiegato la dottoressa Molaro – sarà possibile grazie agli spazi adiacenti agli attuali e avverrà nel giro di circa 4 mesi. In un futuro non troppo lontano si potrà arrivare ai risultati attesi, da fine novembre gli esperimenti già fatti a Londra verranno ripetuti anche a Terni». «Il nostro impegno – ha aggiunto il professor Crisanti – ha come obiettivo quello di dare la possibilità a milioni di bambini di non ammalarsi, ma la ricerca fornisce delle implicazioni anche per l’Italia relativamente alle zanzare che trasmettono altre malattie che allarmano la popolazione».

L’Ateneo perugino

Inevitabile un riferimento ai rapporti con l’Università degli Studi di Perugia, con la quale in passato i rapporti con Crisanti sono stati tutt’altro che idilliaci, anche a colpi di carte bollate. «La compagine del Polo è rimasta invariata, l’Università ne fa ancora parte – ha detto la Molaro -. I nostri rapporti sono assolutamente distesi, ci sono altre vicende che seguono altre vie ma che non devono riguardare la ricerca. L’Università è partner a tutti effetti». «Le mie vicende personali – ha aggiunto Crisanti – non hanno mai avuto un impatto negativo, non è mai venuto meno l’impegno per supportare questa struttura, che in futuro potrà camminare con le proprie gambe. Ma la sfida del prossimo rettore deve essere quella di riportare la ricerca al centro dell’ateneo». Intanto, il Polo incassa il sostegno del Comune. «Ho scoperto questa meravigliosa realtà del territorio – ha sottolineato l’assessore Alessandrini -, un’eccellenza che sta dando un contributo in un cambiamento epocale, talmente importante che l’ho voluta inserire nelle linee del Dup».

La ricerca nel dettaglio

I risultati dello studiogruppo di ricerca dell’Imperial College di Londra, guidato dal professor Crisanti, oggetto di pubblicazione su Nature Biotechnology, dimostrano per la prima volta l’efficacia della tecnica del ‘gene drive’ nel bloccare la capacità riproduttiva delle zanzare Anopheles Gambiae, responsabili della trasmissione della malaria nell’Africa sub-sahariana. Nello specifico, i ricercatori sono riusciti a ottenere, in ambiente confinato, la totale eliminazione di popolazioni di zanzare dopo sole 7/11 generazioni, superando i problemi di resistenza che gli esperimenti precedenti avevano affrontato. La speranza dei ricercatori è che tale successo possa essere presto replicato in natura attraverso il rilascio controllato di popolazioni di zanzare portatrici del gene drive allo scopo di ridurre le potenzialità riproduttive delle popolazioni autoctone, provocandone gradualmente il collasso. «Ancora c’è molto lavoro da fare, in termini di ricerca di laboratorio e di studi per la valutazione dei rischi per il rilascio di zanzare GM in pieno campo – ha concluso Crisanti -. Ma è fuor di dubbio che si è in presenza di un promettente strumento per l’eradicazione della malaria». E in questo anche Terni continuerà a dare il proprio contributo.

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