Terni, professionista truffata: perde 29 mila euro e poi li recupera

La vicenda accaduta ad una donna ternana che ha cliccato un link contenuto in un sms: «Che la mia esperienza sia utile agli altri»

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Il messaggio – un sms – le è arrivato sul cellulare il pomeriggio dello scorso 3 agosto: ‘Stiamo notando accessi anomali sul suo conto corrente, clicchi questo link e contatti la sezione antitruffe della banca’. E così, con tante che se ne sentono in giro in merito a inganni e raggiri, ha fatto la destinataria di quel messaggio, una libera professionista 66enne ternana. Non sapeva che quel ‘clic’ le sarebbe costato 29 mila euro, somma che – è bene precisarlo – è poi riuscita a recuperare grazie alla tempestività sua e della polizia Postale di Terni a cui ha sporto denuncia.

Le ‘istruzioni’

Poco dopo aver cliccato sul link in questione, la donna è stata chiamata da un numero verde con un uomo – che si è presentato con tanto di nome e cognome, come addetto della sezione anti truffe della sua banca – che le ha spiegato la situazione: era stata vittima di un tentativo di accesso abusivo al suo conto corrente e per questo avrebbe dovuto disinstallare l’applicazione dell’home banking ed effettuare un bonifico istantaneo da 29 mila euro su un nuovo conto a lei intestato. A quel punto le sarebbe state inviate le nuove credenziali per ripristinare il tutto e tornare ad usufruire dei servizi online. La 66enne ha seguito per filo e per segno le indicazioni fornite, convinta che fosse tutto vero – e sicuramente la messinscena era ben organizzata e ottimamente recitata -, avendo bene a mente che da tempo, causa Covid, i servizi si sono quasi tutti spostati in modalità ‘a distanza’. «E inoltre – spiega – se non avessero deciso di chiudere la filiale che era il mio punto di riferimento, quella di via Oberdan, sarei andata a verificare di persona presso gli uffici. Ma non ho potuto farlo».

Un dubbio dietro l’altro

Con i ‘se’ ed i ‘ma’, ovviamente, non si va lontano. Tornando alla disavventura, dopo il bonifico la professionista è stata contattata da un altro numero – con prefisso piemontese – attraverso cui lo stesso addetto di prima, la informava che il mattino seguente avrebbe ricevuto il nuovo Pin e che non avrebbe dovuto avvertire la polizia Postale – trattandosi ‘soltanto’ di un tentativo di truffa – né provare ad accedere al nuovo sistema di home banking per non mandarlo in blocco. A quel punto, però, sono sorti i primi dubbi, su tutti quello relativo alla natura del codice IBAN che aveva utilizzato per bonificare i 29 mila euro: era quello di una nota banca lituana. Con il fondato timore di essere rimasta vittima di una truffa, ha contattato così la sua banca, ricevendo conferma e venendo invitata a sporgere subito denuncia.

La lezione

Il resto è rappresentato dalla querela ricevuta a tempo di record dalla polizia Postale ternana dopo che la 66enne ha compreso appieno la situazione, agendo di conseguenza. «In passato mi avevano clonato la carta Bancomat e avevo risolto tutto telefonicamente – racconta -. Pensavo che anche in questo caso il disservizio segnalato rientrasse nella normalità delle cose. Certo, tornando indietro qualche dubbio in più me lo farei sorgere… Il mio grazie va senz’altro alla PolPosta che, con professionalità e anche umanità, mi ha aiutata ad uscire da questo incubo: invito tutti i cittadini a non avere remore a contattarli, per qualsiasi dubbio». Il risultato finale è che la donna è potuta tornare in possesso dei 29 mila euro: «Spero che quanto accaduto a me, sia utile a tutti coloro che vengono raggiunti da messaggi del genere, inviati da truffatori abili e senza scrupoli. Non cliccate alcun link, ponetevi sempre il dubbio e seguite i canali ufficiali».

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