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Home » Terni, provvedimenti europei potrebbero penalizzare Ast

Terni, provvedimenti europei potrebbero penalizzare Ast

di Francesca Torricelli
30 Giugno 2021
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Federmanager Terni

Siamo venuti a conoscenza che da parte dell’Unione Europea è stata formalizzata una prima bozza di proposta del regolamento che stabilisce il meccanismo di adeguamento del carbonio alla Frontiera. Se la proposta sarà approvata, gli importatori saranno obbligati ad ottenere una autorizzazione da parte della Cbam authority senza la quale non sarà possibile acquistare al di fuori dell’UE i prodotti sottoposti alla normativa. Sorprendentemente da questa proposta sono esclusi gli acciai inox e speciali.

Questa associazione territoriale ha più volte sottolineato come il regime di sorveglianza dell’acciaio sulle importazioni dai Paesi terzi UE non fosse sufficiente a coprire il differenziale di costi tra i produttori comunitari e non, specie in materia di riduzione dell’impatto climatico e delle politiche di sicurezza sia dei lavoratori che dell’ambiente. L’andamento del volume delle importazioni anche dopo l’applicazione dei dazi su alcuni Paesi/produttori è lì a certificare il dumping economico e sociale delle produzioni extra UE, tali da far presagire, specie sui beni a maggior valore aggiunto, lo schiacciamento dell’industria siderurgica comunitaria.

E’ utile ricordare, inoltre, che l’Italia è il Paese verso cui vengono canalizzate le maggiori quantità. La necessità di mettere in piedi un meccanismo che tassi più i contenuti di carbonio e meno le imprese, richiede un sistema di aggiustamento della CO2 alle frontiere che dovrebbe non solo equilibrare il divario tra i fattori di produzione ma consentire di predispone un ombrello per garantire, in maniera equa, la transizione climatica. Nel 2019 la Commissioni europea ha dichiarato di aver ridotto le sue emissioni interne del 24%, mentre nello stesso periodo l’ammontare delle CO2 embeded nei prodotti importati faceva registrare un aumento del 3,7% sull’anno precedente. Ben venga quindi un regolamento relativo al c.d Cbam purché applicabile a tutti i prodotti energivori.

Questa prima bozza di regolamento comincia a circolare tra gli addetti ai lavori, bozza che verrà ufficializzata in Gue il 14 luglio. Il paradosso di questa prima bozza è che, nell’elenco dei prodotti cui si applicherebbero i meccanismi del Cbam non ci sia l’acciaio inox e gli acciai speciali. Si tratta di una scelta miope e dalle conseguenze pesantissime sia in termini di capacità concorrenziale che di resistenza reddituale e patrimoniale dei produttori comunitari. Con un distinguo non da poco rappresentato dal fatto che tre su quattro dei Pleyer europei hanno realtà produttive significative anche in paesi extra UE, e quindi verrebbero incentivati alle delocalizzazioni produttive nell’ottica di quel carbon leakage che il meccanismo europeo vorrebbe limitare e con un effetto ancora più disastroso per Ast che dispone di un unico centro produttivo in Italia.

Se l’Europa intende continuare a guidare i cambiamenti ambientali deve farlo stimolando anche gli altri Paesi a ridurre le emissioni senza discriminare, nel settore degli acciai, alcune voci piuttosto che altre. Se questo vale per l’Europa ancor più risulta cogente per l’Italia. Nel corso del 2020 l’import di inox è cresciuto del 66% per cui è indispensabile che sia il Governo che i parlamentari italiani in Europa evitino il ripetersi di tale macroscopico errore e si battano perché, anche per l’inox valga il principio che, al di là del luogo della produzione, vadano attribuite rilevanza alle emissioni puntuali di ogni bene (sia dirette che legate alla catena del processo di produzione). In caso contrario permetteremmo ai player di giocare seguendo regole diverse disincentivando la necessità di investire per la decarbonizzazione e destinando la produzione europea ad un ruolo di mera marginalizzazione.

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