di S.F.
«Il piano sanitario regionale 2021-2025 che abbiamo letto è un contenitore che necessita di essere riempito con proposte e serve dare un mandato forte a livello regionale per la co-progettazione con il coinvolgimento dei professionisti. Non può essere una ‘scatola’ vuota, deve essere disegnato in modo diverso». Sono alcuni tra i principali messaggi lanciati venerdì in II commissione consiliare a Terni dai rappresentanti dei sindacati medici invitati per parlare del nuovo PSR preadottato dalla giunta a guida Tesei: anche in questo caso l’input, al netto di schieramenti e pensieri politici differenti, è di essere coesi per difendere la sanità del territorio ternano.
PSR, Ordine medici Terni: «Valutare reali bisogni dei cittadini»
La carenza di posti letto e la partecipazione
Diverse le defezioni – quantomeno a giudicare dal numero di inviti presenti nella convocazione – a palazzo Spada. In apertura la presidente di commissione Rita Pepegna ha aggiornato il quadro della situazione in merito al lavoro utile per il faccia a faccia previsto a Perugia: «Vogliamo preparare il documento prima di Natale, ma forse l’audizione prevista per il 20 in III commissione in Regione slitta», ha specificato prima di lasciare ampio spazio ai rappresentanti sindacali. Il primo ad esporsi è stato Francesco Fioriello della Cgil medici: «Abbiamo la bozza del PSR, è un contenitore che deve essere riempito». Stop e parola al collega Claudio Nazzaro che, sempre per la Cgil, si occupa si management dei servizi territoriali: «La sanità non aspetta e quella umbra deve essere ridisegnata. Il PSR è tutta teoria ed è necessario – il messaggio – un mandato forte a livello regionale per la co-progettazione. I direttori ed i professionisti devono portare il loro contributo perché l’articolazione della rete umbra è obsoleta. Il modello hub and spoke è superato, è unidirezionale e non può più esistere. Serve avere l’interdipendenza dei singoli ‘nodi’ nella rete». Altro tema: «Nel documento non si parla degli accreditamenti istituzionali e il decreto ministeriale del 70 del 2015 è superato ormai, siamo in forte carenza di posti letto. Occorre istituire dei tavoli tecnici perché solo chi è sul campo può portare dei contributi validi», ha concluso. Non c’erano i rappresentanti di Cisl, Ugl e Uil.
La dispersione di risorse la collaborazione
Il più attivo della mattinata è Marco Coccetta (Cimo): «La situazione – ha ricordato in premessa – di sofferenza parte da lontano e abbiamo subito scelte dettate non da criteri organizzativi, ma da altro. E c’è dispersione di risorse per quel che concerne il sistema sanitario regionale, servirà una redistribuzione sul territorio. Il PSR l’ho accolto con una certa soddisfazione perché ci sono molte proposte che facemmo. Tuttavia deve essere qualcosa di diverso, non una ‘scatola’ vuota. Hub and spoke? Deve essere bidirezionale per rete ospedaliera, ma nel piano vedo solo i propositi e non le linee guida. Su questo sono stranamente d’accordo con la Cgil», aggiunge sorridendo. «Non c’è il coinvolgilmento più diretto dei tecnici e tanti errori sono frutto della mancanza di collaborazione in tal senso», ha puntualizzato. «Il PSR fa riferimento al dm 70, ma non dice i numeri. Prevede 3.7 posti letto per 1.000 abitanti e da quanto ci risulta ne mancano circa 200 per i cronici ad esclusione di quelli convenzionati. C’era un accordo tra il Santa Maria e la struttura di Narni per il trasferimento degli interventi a bassa complessità, da agosto è tutto fermo nonostante le sollecitazioni. L’unica cosa ‘disegnata’ in modo reale è la riduzione dei distretti sanitari da 12 a 5. Edilizia sanitaria? Non vedo una riga dove si parla dell’investimento per il nuovo ospedale di Terni». A palazzo Spada anche Roberto Ferranti del Fassid: «Ho analizzato il PSR e si parla del famoso decreto ministeriale 70 del 2015; strumento con il quale sono stati operati tagli indiscriminati con collocazione delle risorse inopportuno. L’integrazione tra aziende? Ci sono blocchi che nascono dal fatto che ci sono aziende a gestione autonoma e ci sono ostacoli per trovare la quadra. Serve considerare le esigenze dei cittadini», il monito. Si è parlato anche del problema legato alle liste di attesa.
Terni, PSR e ‘giustizia distributiva’: riparte pressing commissione
«Per noi non è più tollerabile». Critica sul personale
Sponda Aaroi (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani) presenti in aula Sandro Morelli e Annalisa Bizzarri: «Il PNR – le parole del primo – affronta argomenti condivisibili, ma mi sarei aspettato una disamina più puntuale e parlo da cittadino. Sulla dismissione di vecchi complessi ospedalieri ok, ma non c’è qualcosa di concreto. Invito ad essere coesi in questa direzione. Per noi che lavoriamo a Terni non è più tollerabile quando ci sono macchinari che a stento entrano negli ascensori. Vogliamo l’alta specialità e il nostro ospedale è obsoleto. Strutture di comunità? Giusto, alleggeriscono e riducono i ricoveri impropri. C’è poi la vergogna dei posti letto in corridoio». Infine un altro argomento: «Per le cure palliative si riconosce che non c’è un’offerta residenziale adeguata per i pazienti oncologici e un’assenza di rete. Ci si deve lavorare». Focus anche sul personale: «Investire in modo massiccio sull’organico? Servono i fatti, finora lo abbiamo visto poco. Altre regioni hanno superato le difficoltà del Covid in modi migliori. Altrove offrono condizioni superiori rispetto al nostro territorio». Da segnalare l’assenza del consigliere della Lega Sergio Armillei per un problema agli occhi, come sottolineato dalla Pepegna.
La mission, la rete e ciò che dovrebbe essere
Doriana Musacchi (Gruppo Misto), Claudio Fiorelli e Comunardo Tobia (M5S, entrambi medici) sono intervenuti per dire la loro, quindi è toccato di nuovo a Coccetta: «Narni è stato un fiore all’occhiello per la media-bassa chirurgia, mentre Amelia dovrebbe esserlo per la riabilitazione cardio respiratoria e polmonare. Il criterio – ha risposto alla Musacchi – è che ognuno deve avere una proprio mission ed essere specializzato. Non tutti possono fare tutto, non è possibile». Al momento non è proprio così: «Il dm 70 va rivisto, certo. Ma in Umbria abbiamo tre robot per fare la chirurgia e il decreto prevede che ne basterebbe uno. E sono soldi. Se fossero utilizzati in altre direzioni potrebbero soddisfare altre esigenze dei cittadini». Poi una sorta di sfogo: «L’accesso al sistema sanitario nazionale è di due tipi. Istituzionale e libero-professionale, quest’ultimo incide per il 3%. Cosa significa? Su 100 visite 97 sono istituzionali. Su questo aspetto c’è demagogia». Nazzaro è intervenuto ancora per un breve focus su Narni: «Ci sono reparti aperti, ma bloccati, con personale infermieristico fermo. Non è possibile che si sia un ospedale a dieci chilometri da quello di Terni con risorse non impiegate». Capitolo assunzioni: «Noi che siamo sul campo non le vediamo e come regione non siamo attrattivi, noi formiamo e gli altri usufruiscono», ha sottolineato Fiorelli. «Ciò che sta accadendo a voi è successo a noi. Ovvero che ad un certo punto, destra e sinistra, ci siamo trovati d’accordo e uniti per la sanità». Accenno alla Città della salute: «Ne sento parlare da quando studio medicina, negli anni ’80. Siamo al 2021 e ancora non c’è. E per il personale ci sono problemi rilevanti». Anche per la distribuzione sul territorio degli specializzandi. Ultimo input dei sindacati medici e chiusura: «Facciamo tavoli operativi per avere risposte a breve. Non si è ancora capito che servono i tecnici». Prossimi appuntamenti fissati per lunedì (sindacati dei comparti) e mercoledì 15, quando si presenterà – salvo dietrofront – il direttore generale della Usl Umbria 2 Massimo De Fino.