PSR, Ordine medici Terni: «Valutare reali bisogni dei cittadini»

Il presidente Donzelli e il consigliere Bonanno ascoltati sul piano sanitario regionale: «Serve più attenzione per la revisione dei distretti. Non far ‘decadere’ l’ospedale»

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di S.F.

«Il percorso seguito per la revisione dei distretti socio-sanitari è frutto di un’analisi di tipo demografica e delle caratteristiche morfologiche. Diciamo che è una valutazione che ha poco di sanitario in termini clinici, ma è puramente fatto ‘su carta’ senza valutare i reali bisogni che sono espressi dalle popolazioni. Nell’ambito della suddivisione c’è bisogno di mettere più attenzione dal punto di vista della clinica». È uno dei passaggi espressi dall’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Terni – rappresentanta nella circostanza dal presidente Giuseppe Donzelli e dal consigliere Paolo Bonanno – nell’audizione di lunedì pomeriggio in II commissione consiliare: focus sul nuovo piano sanitario regionale e le numerose criticità del territorio ternano. Intanto c’è la roadmap in vista del 20 dicembre quando, salvo sorprese, ci sarà la trasferta a Perugia per farsi ascoltare dalla III commissione regionale sull’argomento.

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A breve sindacati, Chiarelli e De Fino

Come noto si è nel percorso di elaborazione di un documento da mettere a disposizione della Regione per far valere le ragioni del Ternano nella costruzione del PSR 2021-2025, già preadottato da palazzo Donini. Tra venerdì 10 e giovedì saranno ascoltati i sindacati dei medici (10 dicembre), del comparto sanitario (14), il direttore dell’azienda ospedaliera Pasquale Chiarelli (16 dicembre) e il numero uno della Usl Umbria 2 Massimo De Fino: «Siamo in attesa di risposta di quest’ultimo, speriamo ci sia», le parole della presidente della II commissione Rita Pepegna. Da viale Bramante fanno sapere in tal senso che non ci sarà alcun problema per la sua presenza a palazzo Spada, anche in compagnia di Chiarelli. «Entro il 20 dobbiamo predisporre l’atto», ricorda la Pepegna. Dopodiché si inizia con breve intervento del sindaco Leonardo Latini: «In ballo c’è una programmazione sanitaria che segnerà i destini della nostra città, è importante sentire chi può portare proposte ‘consapevoli’». Poi ampio spazio a Donzelli.

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Il terziario e il rischio ospedale

Donzelli in prima battuta ha puntato sul lavoro: «La città è in crisi sul terziario, Terni – un concetto sul quale insisterà anche più avanti – se ne deve riappropriare. In questo momento il più ricco è quello legato alla sanità: significa 2 mila medici, 3 mila infermieri ed un altro migliaio di collaboratori tecnici. Siamo 7-8 mila persone pari a tre acciaierie. Dobbiamo proteggere tutto ciò e potenziarla. Abbiamo avuto una struttura ospedaliera di alto livello che, al momento, non sta crollando. Ma rischia di farlo: non facciamolo decadere, sarebbe un dramma enorme per Terni e non solo per la sanità. Ciò che mi dispiaceva sempre è che in Regione non si capiva che prima di fare i progetti era necessario consultare coloro che vivono sul territorio». Ad entrare nei dettagli è invece Bonanno – è responsabile della commissione rapporti ospedale/territorio dell’Ordine – sulla base di un elaborato discusso nel consiglio direttivo.

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Il nuovo ospedale, l’alternativa ampliamento e alta specialità

Primo tema toccato dal consigliere dell’Ordine è il progetto del nuovo ospedale di Terni: «Forse è l’ultima possibilità di farlo ex novo. Ricordo che il nostro è il più datato – Donzelli ricorderà in merito che la progettazione è del 1933, poi costruito negli anni ’60 – e non è più sufficiente per le moderne esigenze». Ma c’è l’input su un’alternativa con tempistiche più rapide, seppur la priorità sia chiaramente per la nuova struttura: «Si potrebbe realizzare un ampliamento nell’area dell’attuale pineta o del parcheggio nord: questa zona sarebbe collegata ai servizi dell’azienda e consentire in questo modo gli adeguamenti strutturali dove occorre». Altro spunto messo in risalto riguarda le alte specialità: «Fondamentale. Così come il mantenimento di entrambi i poli regionali dell’alta specializzazione e non per questione di nomenclatura, ma di necessità per la salute dei cittadini». Bonanno ha poi ricordato che il polo ternano ha da sempre una mobilità attiva extraregionale tra il 20 e il 30%.

Università, Irccs e accreditamento

Si passa poi ai rapporti con l’università e la revisione della rete ospedaliera: «La cosa importante – ha puntualizzato Bonanno – è che è tutto ancora da definire in termini di accordi tra aziende ospedaliere ed università nel quadro della convenzione. La stiamo aspettando almeno dal 2012 e addirittura la prima bozza è del 1999. Da lì emergerà una definizione dei ruoli». Focus anche sulla chance Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs): «Nel PSR è assente il contributo universitario, non appare. Sarebbe una grande opportunità, ma ci sono enormi difficoltà per l’accreditamento», ha specificato il segretario dell’Ordine.

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Narni, Amelia, integrazione, hub & spoke

Non poteva mancare un accenno all’integrazione tra ospedale e Usl Umbria 2. Il problema c’è da anni ma, al netto di annunci e accordi, non si risolve granché: «Fondamentali i presidi di Narni e Amelia, entrambi legati al destino evolutivo e strutturale di Terni. Una proposta – le parole di Bonanno – può essere quella di scorporarli dall’azienda territoriale e renderli ‘satellite’ del Santa Maria: risolverebbe molti problemi in termini di integrazione cooperativa, non ci sarebbe più bisogno di alcuna convenzione per la mobilità degli operatori da una sede all’altra. Per Narni e Amelia vedrei bene una funzione riabilitativa e attività chirurgiche di bassa intensità nelle varie discipline. Il pronto soccorso e la terapia intensiva? Potrebbe esulare dalla logica attuale». Cenno al sistema hub (struttura di riferimento) & spoke che, al momento, non va: «Purtroppo da anni siamo privati dell’efficienza degli ospedali spoke (si parla sempre di Narni e Amelia), sono stati snaturati e destrutturati. L’unico reale al momento è Orvieto e va tutelato

Giuseppe Donzelli

Distretti sanitari e centralizzazione

Altra questione che non piace troppo – come già accennato sopra – è l’evoluzione dei distretti sanitari. La Regione vuole la diminuzione da 12 a 5: «Si conferma la tendenza – il commento di Bonanno – alla centralizzazione. C’è bisogno di più attenzione dal punto di vista clinico». Nel mirino anche un diverso aspetto del PSR: «L’attivazione di sei centrali operative h24 si concilia male con l’emergenza sanitaria e il recente passaggio da tre centrali ad una. Ci vuole estrema prudenza nella ricollocazione dei distretti sanitari. Inoltre in questo discorso è stato sottostimato il dato del personale. Gli ospedali di comunità? Non ci siamo fatti un’idea chiara, c’è confusione. Sembrano più come le attuali rsa e si concilia male con la nostra idea odierna di ospedale». Sì alla realizzazione della clinica privata, nessun dubbio su questo da parte dell’Ordine.

Tobia, Filipponi e Fiorelli

I medici consiglieri ed i guai non risolti

Come di consueto tra i più attivi nel confronto c’è Claudio Fiorelli del M5S che, in quanto a problemi al Santa Maria, ne sa ben più degli altri: «Hanno confermato ciò che diciamo da molto. Alle problematiche non è stata data una risposta in questa parte dell’Umbria». Poi l’esempio concreto: «Tre-quattro giorni mi sono ritrovato a riportare dalla sala operatoria al primo piano una paziente al sesto piano in terapia intensiva, utilizzando un ascensore lontano rispetto al percorso ottimale. Motivo? C’erano una serie di strutture salvavita che non ci entravano. Questo per dire che ci sono problemi strutturali. Ci dicono che siamo bravi e belli, ok, poi gli ospedali li fanno altrove», l’amara constatazione. Sulla stessa linea Sergio Armillei della Lega: «Concordo con quasi tutto rispetto a quello che hanno detto Bonanno e Donzelli. L’Irccs grande opportunità, ma ci sono problemi per la regolamentazione. Per quel che concerne i due poli aziendali ok, ricordo tuttavia che la legge 70 mette dei paletti e siamo in proroga. L’alta specialità? C’è bisogno di una quota attività minima, Terni e Perugia raggiungono livelli minimi. Narni e Amelia è fallimento di un’integrazione vera tra territorio e azienda ospedaliera, concordo sul fatto di metterli sotto l’egida del Santa Maria».

Rossi e Armillei

«No a campanilismi»

Ascoltati i consiglieri, Bonanno e Donzelli hanno ripreso la parola: «Soddisfatto del fatto – il commento del primo – che ci sia condivisione degli obiettivi minimi, c’è sostanziale unità in questa commissine. Noi come comparto sanitario cercheremo di promulgarla anche ad infermieri, farmacisti e professionisti della sanità, occorre unità territoriale per la sanità e non campanilismi. Stop al vecchio concetto di avere un ospedale sotto casa, i presidi vanno trasformati e utilizzati nel giusto modo». Il presidente dell’Ordine è quindi tornato su un concettò già esposto: «Abbiamo un’università che ha tutti i desideri di potenziare e rimango un po’ scioccato quando mi accorgo che per la medicina, talvolta, non abbiamo elementi di rincalzo. Se mancano è un danno. Bisogna spingere l’università ad essere presenti per far sì che siano formati professionisti di alto livello». Infine Valdimiro Orsini del Gruppo Misto («se ne parla da anni del nuovo ospedale, ma non c’è nessun passo in avanti e il PSR è molto generico») e Michele Rossi di Terni Civica: «Il piano è quasi inadeguato, spero sia solo una bozza. Non coglie l’opportunità del Pnrr e non c’è un’analisi dettagliata», la critica. A chiudere il pomeriggio la Pepegna che, in conclusione, ha ricordato che «l’organizzazione dei vaccini non è che sia il massimo da ciò che si vede». Abbastanza.

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