Terni, PSR e ‘giustizia distributiva’: riparte pressing commissione

Martedì mattina confronto a palazzo Spada dopo la pubblicazione della bozza da parte della Regione: ulteriore impulso

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Un primo ‘giro’ di audizioni era stato fatto mesi fa con tanto di documento finale approvato all’unanimità a gennaio e richieste da portare in Regione. Ora il quadro è cambiato con la preadozione del nuovo piano sanitario regionale 2021-2025 e allora la II commissione consiliare è tornata in azione per rilanciare le tematiche legate alle criticità del territorio: ancora una volta le parole ricorrenti sono riequilibrio, programmazione e problemi. «Ma pesano queste istanze a palazzo Donini?», ha fatto notare qualche consigliere. In effetti per ora molte chiacchiere e, in concreto, pochi fatti. In aula anche il sindaco Leonardo Latini.

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Fiorelli e Tobia

L’iniziativa di Fiorelli e gli incontri

A prendere l’iniziativa – quando si parla di sanità è in prima fila, d’altronde in pochi ne sanno più di lui sull’argomento – è stato il consigliere del M5S Claudio Fiorelli, medico della cardioanestesia del ‘Santa Maria’ di Terni: il mirino, come ha ricordato in apertura la presidente della II commissione, Rita Pepegna è sulla bozza del nuovo piano sanitario regionale e sulle necessità del territorio ternano. Poche non sono. «Fiorelli – ha esordito – ha chiesto una ricognizione in merito al PSR. Ho parlato con Eleonora Pace (consigliere FdI in Regione, nonché presidente della commissione sanità a Perugia riconfermata da pochi giorni) e giovedì 2 dicembre ci sarà un incontro con l’assessore Coletto per predisporre il calendario delle audizioni per parlare del piano. Ci saremo anche noi e come II commissione andremo a Perugia. La base di partenza è il documento votato all’unanimità in avvio di anno: va rielaborato e presentato in Regione dopo i confronti che avremo con l’Ordine dei medici, i sindacati, i direttori di Usl Umbria 2 e ospedale, più l’università». A prendere la parola è stato poi il sindaco, nel contempo alle prese con l’assessore Stefano Fatale e la questione legata – di fronte a lui c’era la delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio – al Capodanno in Ast.

Nuovo piano sanitario regionale: ‘taglio’ distretti da 12 a 5

Latini e Pepegna

Le non novità e Terni punto di riferimento

Latini ha iniziato l’intervento sottolineando di non avere alcuna novità sul piano sanitario regionale: «Chiaro che necessità di una serie di approfondimenti anche in ragione di ciò che abbiamo bisogno. In qualche modo dovrà trovare collocazione specifica nella programmazione sanitarie. Occorrerà da parte di tutti uno sforzo per individuare, all’interno di una nuova visione conseguente alla fase pandemica, come la riorganizzazione della sanità debba trovare in Terni un punto di riferimento forte nelle dinamiche della regione. Ciò è imprescindibile, parlo sia a livello infrastrutturale che di specialità da mantenere nella nostra azienda ospedaliera e una forte integrazione con la medicina del territorio in considerazione delle nuove strutture che devono essere realizzate. Fondamentale fare questa analisi».

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Latini e Fiorelli a confronto

La bozza fumosa e la giustizia distributiva

Fiorelli entra nel dettaglio partendo da una premessa: «La bozza del PSR dice qualcosa di fumoso, dà indicazioni generiche e non c’è scritto nulla se non concetti generici. Noi dobbiamo cercare di consegnare un qualcosa che indichi di nuovo le criticità e mi fa piacere che per la prima volta ci sia un’apertura da parte della Regione, l’assessore Coletto – la critica – finora non si è mai fatto vedere. Ribadisco che i problemi non riguardano solo Terni, ma il territorio. Parlo anche di Narni e Amelia. La sanità umbra ha tante problematiche. L’Irccs? Bene se si fa un certo modo». Latini, sentito l’intervento dell’esponente pentastellato, riprende la parola prima di andare via: «Criticità sì, ma anche potenzialità. Devono andare di pari passo perché abbiamo anche delle capacità dal punto di vista professionale che di organizzazione che vanno valorizzate nella programmazione regionale. Il motivo di fondo è quello della distribuzione uniforme dei servizi e delle risorse sui territori, anche in un’ottica di giustizia distributiva, va dato a ciascuno in base a quelle che sono i bisogni e le potenzialità. Questo è il punto nodale sul quale concentrare l’attenzione». f

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La riconfigurazione prevista dal PSR

Le questioni sul tavolo

Sergio Armillei (Lega) ha tirato in ballo gli ospedali e le case di comunità previsti dalla bozza del PSR: «Bisognerà vedere chi e cosa ci saranno, è un elemento di discussione. Ricordo che attualmente ci sono due aziende ospedaliere, ma sapete che c’è una proroga in riguardo della legge 70 del 2015: quest’ultima non ne prevede per chi ha meno di 1 milione di abitanti. Dare peculiarità alle varie strutture è un obiettivo da percorrere ed in più c’è la possibilità di avere un Irccs: un’istituzione particolare e non per forza deve essere forte la presenza universitaria. Solo il 5% degli esistenti la hanno. Inoltre l’Irccs può essere modulabile e avere sedi decentrate, pur avendone una sola a livello amministrativo. Il nuovo ospedale è un altro tema da dibattere, ci sono situazioni che devono essere portate avanti. Il Santa Maria ha problematiche e non può andare avanti per decenni», ha evidenziato. «Il riequilibrio deve esserci sia livello di cliniche che di posti letto, nonché della presenza assistenziale. Lo squilibrio c’è, da anni, va rivisto alla luce delle future convenzioni pubbliche e private che scadranno».

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Il dubbio e il taglio

Doriana Musacchi del Gruppo Misto ha posto un quesito: «Ok fare le istanze, ma che peso hanno in Regione? Coletto nelle sue dichiarazioni sui posti letto è stato ‘leggero ma pesante’. La rimodulazione delle cliniche private tra Perugia e Terni deve esserci». Sponda Pd è stata Tiziana De Angelis ad esporsi: «Singolare che la Regione tagli i distretti sanitari da 12 a 5. Inoltre non si parla più di ammodernamento tecnologico e c’è un problema con la riabilitazione. Basta con un Umbria del nord e una del sud». Poi è la Pepegna a lanciare un messaggio: «Si parla di criticità, ma è altrettanto importante fare proposte. E deve farlo il territorio ternano». Fiorelli segue il discorso: «Dipende da noi, siamo la seconda città della regione. Ad esempio le liste di attesa si abbattono con un PSR ben fatto, da soli non possiamo far nulla. Siamo passati da una mobilità attiva ad una passiva perché l’ospedale di Terni non è più attrattivo», ha puntualizzato. «In consiglio regionale ricordo che ci sono dei ternani. Per quel che concerne la legge 70 il sottosegretario Sileri ha detto che la stanno cambiando. Senza la proroga molti reparti del Santa Maria andrebbero chiusi».

La commissione

Gruppo di lavoro

Quindi? Molte parole per ora. Fatto sta che è stato dato il via libera al gruppo di lavoro tecnico-politico già impegnata nella scorsa ‘tornata’: ne fanno parte Armillei, Fiorelli, Tobia, Leonelli, D’Acunzo, Cozza, Pepegna, Rossi e Filiponi. Ora via con l’organizzazione degli incontri e la stesura del nuovo documento da proporre ai vertici regionali della sanità. Servirà?

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