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Home » Terni, quella ‘Casa’ delle musiche stonate

Terni, quella ‘Casa’ delle musiche stonate

di Marco Torricelli
3 Marzo 2015
in Attualità, Cultura, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
La Casa delle musiche

La Casa delle musiche

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Una nota che è una, dalla ‘Casa delle musiche’ di Terni, non è ancora uscita. Ma quanto a chiacchiere e polemiche, non ci si è fatti mancare niente. Della faccenda si è discusso e si discute anche in consiglio comunale – l’ultima presa di posizione, in ordine di tempo, è stata di Faliero Chiappini (Città aperta) – ma adesso il presidente di Arci, Francesco Camuffo, esce allo scoperto e lancia anche accuse pesanti.

Le teorie «Diciassette anni – dice Camuffo – sono troppi, per qualsiasi cosa. Ancor di più per una vicenda come quella del nuovo centro musicale comunale rispetto al quale tutti si esercitano nel ricamare teorie sempre poco aderenti ai fatti. Dal nuovo ‘Pan Pot’ previsto all’interno del contratto di quartiere progettato per Borgo Bovio nel 1998 fino alla ‘Casa delle musiche’ del 2008 e all’attuale sospensione amministrativo/progettuale sono state attraversate tutte le stagioni possibili: cambiano giunte, maggioranze, chiacchiere ma è arrivato il momento di mettere la vicenda su di un altro piano. Anche la Corte dei conti si è interessata al caso ma non è stato sufficiente per chiarire fino in fondo la vicenda».

I lavori mai finiti Si continua a parlare, insiste il presidente dell’Arci di Terni, «dell’eventuale gestione senza mai indagare realmente sull’unico fatto da chiarire: il centro musicale è ultimato? E, soprattutto, come mai dopo tutti questi anni non si riesce ad arrivare all’ultimazione dei lavori? quali sono le dinamiche e le responsabilità? Il consiglio comunale si è preoccupato di approfondire il tema della gestione con tanta solerzia ma non quello dei lavori, nonostante le richieste della Corte dei conti, come mai?»

La storia Al momento, secondo Camuffo, «dopo innumerevoli ipotesi di affidamento, l’unico soggetto che non sta rispettando gli impegni formalmente assunti è l’amministrazione comunale, non i gestori». E ripercorre le varie tappe della vicenda, dal 1988: «Progettazione partecipata degli spazi, anche detta co-progettazione, a cura del Forum dei giovani, promosso dall’assessore Pepegna. Attraverso questo progetto si sono ottenute le ingenti somme per la realizzazione della struttura». Poi gli anni 2000-2002: «L’amministrazione indaga autonomamente (ovvero senza coinvolgere i candidati gestori) altre soluzioni gestionali a carattere imprenditoriale. La verifica non porta a nessun esito concreto e, anche a seguito delle rimostranze delle associazioni fin al momento coinvolte, si riprende il cammino previsto dalla co-progettazione partecipata previsto dal progetto approvato». Nel 2004 «si arriva alla firma dell’accordo per la gestione, ma le associazioni chiedono formalmente indicazioni precise e puntuali sulla data di ultimazione dei lavori e sul grado di finitura dell’intervento. Non essendo mai arrivata alcuna riposta le associazioni ritengono inopportuno, nonché pericoloso, sottoscrivere l’accordo». Tra il 2004 e il 2008, ricorda Camuffo, «tutto è sospeso in attesa dell’ultimazione dei lavori. Si procede ad un bando esplorativo per aggiornare progetto e soggetti gestori». Negli anni che portano al 2014 «la nuova compagine partecipa insieme al Comune di Terni a diversi bandi (Regione Umbria e Anci) ottenendo in totale quasi 100mila euro di risorse aggiuntive. Le nuove risorse sono in parte investite nell’ultimazione dell’edificio ed in parte giacenti nelle casse comunali per la partenza del Centro».

Il consiglio comunale Il presidente ternano dell’Arci dice che «non è ancora dato sapere se i lavori siano realmente ultimati, né tantomeno si conosce l’eventuale data di consegna della struttura (con tutte le certificazioni del caso) benché l’estate passata si fosse di nuovo ad un passo dalla firma della convenzione. Di conseguenza l’esercizio del consiglio comunale sulla gestione sembra, quindi, quanto mai improprio».

«Comune inadempiente» Per ora, insiste Camuffo, «l’unica parte inadempiente è il Comune di Terni, non chi legittimamente ha attraversato tutte le selezioni possibili e al momento sta subendo un danno economico e di immagine consistente. Il consiglio dovrebbe accertare la correttezza dell’iter fin qui perseguito e le eventuali responsabilità. Ci si accanisce invece sul tema della gestione».

La denuncia Poi il presidente di Arci Terni lancia un’accusa grave: «Appare abbastanza chiaro che si vuole semplicemente indirizzare la gestione verso altri soggetti, per ragioni non ancora palesate. A questo punto siamo costretti a comunicare in via ufficiale che, se l’amministrazione decidesse di
promulgare un nuovo bando, chiederemo il giusto risarcimento: parte delle risorse attualmente giacenti nelle casse comunali oltre ad una quota millesimale di proprietà dell’immobile».

La richiesta Camuffo conclude chiedendo, a nome di tutti i soggetti interessati. «di essere ascoltati dalla commissione comunale competente quanto prima» perché «è giunto il tempo di fare chiarezza una volta per tutte».

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