di Marco Torricelli
Io lo confesso, a quella pianta – nel tempo – mi sono affezionato. E come me anche i colleghi della redazione di umbriaOn.
L’abbiamo vista spuntare – più forte del cemento nel quale si è aperta un varco – e crescere. L’abbiamo vista resistere – dalle nostre finestre, nei 16 mesi (e mezzo) di vita del nostro giornale – al sole a picco, al vento e alla grandine. Senza che mai nessuno pensasse a lei.
Poi abbiamo visto che, seguendo il suo esempio, altre piantine si sono fatte strada e sono spuntate all’esterno.
Sedici mesi e nessuno, tra i tanti che sono passati su quel marciapiede, ha mai nemmeno pensato a disturbarle, quelle piante.
Sarà perché la gente si è ricordata che – tra i progetti allo studio per migliorare la qualità dell’aria a Terni – ci sono pure quelli di fitodepurazione e, siccome quelle piante stanno proprio sotto le finestre del tribunale, magari si pensa che, a chi sta in ‘udienza’, possa far piacere un po’ dell’effetto ‘fotosintesi colorofilliana’.
Insomma: quelle piante, a noi, fanno tanta compagnia e se qualcuno, all’improvviso, venisse a tagliarle, beh, lo troveremmo strano. E forse la pensano così anche in Comune, visto che le lasciano crescere.
