Terni, ‘Re…stiamo in acqua’: integrazione e sport per persone con disabilità

Un progetto per sostenere i valori socio-educativi e favorire il benessere

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Si chiama ‘Re…stiamo in acqua’, porta la firma dell’associazione Afad e si pone l’obiettivo di avvicinare le persone con disabilità all’ambiente acquatico, «nella convinzione che, in esso, si possano realizzare finalità di integrazione, di diritto al movimento e di diritto allo sviluppo, inteso in tutte le sue accezioni». Il progetto è stato presentato mercoledì mattina nella piscina di viale Trieste a Terni. Il finanziamento è della fondazione Carit.

Lo scopo

In sostanza l’idea è di permettere alla persona con disabilità di svolgere attività in autonomia coinvolgendo una serie di soggetti già operanti sul territorio. «L’obiettivo generale è quello di permettere a minori ed adulti – viene sottolineato – con diversi tipi e gradi di diffi-coltà, di mettersi alla prova nell’acqua e con gli altri, sperimentando il proprio corpo, confrontandosi con le facilitazioni, le possibilità, la diversità e i limiti che comunque l’acqua offre e impone. Il principio guida cui ci ispiriamo è quello di offrire, attraverso la pratica del nuoto, momenti di incontro, aggregazione e sviluppo delle autonomie personali, volti a dare benessere e favorire i processi di crescita, potenziamento e consolidamento cognitivi e fisici. Attraverso l’acqua si cercherà di stimolare le sfere sensoriali, sociali, cognitive e relazionali cercando di lavorare sulla globalità della persona. Gli istruttori/educatori propongono una attività sportiva opportunamente personalizzata, in grado di valoriz-zare le capacità di tutti, attraverso attività con un forte carattere motivazionale, in modo da suscitare l’interesse dei partecipanti, con una base ludica e divertente».

L’attività

Sono 40 utenti – bambini e adulti con disabilità – coinvolti. Le attività sono iniziate lo scorso aprile e proseguiranno fino a marzo 2024 nella piscina di viale Trieste: quest’ultima ha stretto un accordo con Afad e di recente sono state donate alla struttura due sollevatori e un lettino elettrico per garantire la completa fruibilità degli spazi alle persone con disabilità. «L’intervento è anche multi sistemico, in quanto valuta e interviene sui diversi sistemi funzionali: relazionale, cognitivo, comportamentale, emotivo, senso-motorio e motivazionale. Per i casi complessi di autismo l’intervento in acqua è condotto da psicologi specializzati che effettueranno sessioni di Tma (Terapia multisistemica in acqua), attribuendo così una duplice valenza al progetto, infatti i bambini coinvolti verranno impegnati in un percorso di crescita continua che li accompagnerà sempre più a tira fuori e sviluppare le proprie competenze ed abilità sociali, emotive ed educative».

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