Terni: ritrova la madre biologica a 60 anni dalla nascita

La storia a lieto fine di Elisa Medei: presto potrà abbracciare la donna che l’ha messa al mondo

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Sessant’anni di attesa, sessant’anni di interrogativi, desideri e tormenti. Quelli che ti accompagnano tutti giorni, «il primo pensiero al mattino, quando ti svegli, e l’ultimo prima di dormire», usando le parole della protagonista di questa storia. Poi un giorno qualunque di novembre, quando la speranza di sapere la verità sulle tue radici si sta ormai riducendo al lumicino, la svolta inaspettata. Elisa Medei, di Terni, a 60 anni dalla sua nascita potrà finalmente conoscere e abbracciare la madre biologica, colei che il 17 luglio del 1962 (ancora minorenne) l’aveva data alla luce e subito abbandonata per cause sconosciute, nell’allora brefotrofio Beata Lucia di Narni. Una storia di abbandono e poi di adozione comune a tante altre, molto rara invece per il suo lieto fine così emozionante a tanti anni di distanza.

La vicenda

Il giorno dell’Epifania del 1963, a sei mesi di vita, Elisa era stata adottata da una coppia di coniugi ternani, Terenzio e Ester, che le hanno fatto conoscere il calore di una vera famiglia, almeno fino alla loro morte avvenuta in entrambi casi quando Elisa era ancora molto giovane. «Il desiderio di conoscere la mia vera origine era però innato. È una cosa che ti porti inevitabilmente dietro sempre» racconta lei. Un primo tentativo di scoprire il nome della sua madre biologica, 21 anni fa, non era andato a buon fine, visto che la domanda rivolta al tribunale dei minorenni di Perugia era stata respinta in quanto la donna aveva voluto mantenere l’anonimato. Ma nel 2021 – spinta da alcune storie lette sulla pagine Facebook ‘La punizione dei 100 anni’, dal nome con cui è stata ribattezzata la legge sul parto in anonimato – Elisa decide di riprovarci, inoltrando nuovamente l’istanza con l’aiuto dell’avvocato Valentino Viali. «Per più di un anno e mezzo non ho saputo nulla, ogni tanto controllavo lo stato della pratica ma vedevo che era ferma. Fino a mercoledì 8 novembre, quando mi è arrivata una pec, letta quasi per caso. Il tribunale mi invitava a presentarmi a Perugia il 15 novembre, senza però darmi altre spiegazioni». È lì che Elisa ha appreso la notizia che aspettava da sempre. «Il giudice ha prima voluto conoscere la mia storia e le mie motivazioni, poi mi ha detto che doveva rivelarmi una cosa: ‘sua madre è ancora viva, ha revocato l’anonimato e non vede l’ora di conoscerla’. Sono scoppiata in un grande pianto – racconta ancora emozionata -. Pur credendoci fino all’ultimo, ero convinta che ormai fosse morta e che non sarebbe mai arrivato questo momento».

L’incontro

La madre biologica di Elisa oggi ha quasi 80 anni, è vedova e vive in un’altra città insieme ad altri tre figli più piccoli. «Mi è stato riferito che è molto contenta di conoscermi, e che lo sono anche i miei fratelli. Lei mi ha già invitato a casa sua per il suo compleanno, ma abbiamo deciso che il primo incontro avverrà probabilmente la prossima settimana in un ambiente ‘neutro’, perché l’impatto emotivo sarebbe troppo forte. Io sono ancora frastornata per quello che è accaduto. Come la chiamerò? Ancora non lo so, per me è la ‘signora Maria’ (nome di fantasia, ndr), per ora non è ‘mamma’. Quanto alle ragioni del mio abbandono, non le conosco, so solo che quando mi ha partorito non aveva ancora 20 anni, era ancora minorenne per quei tempi. E anche nel mio lavoro di infermiera, al reparto materno-infantile all’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, ne ho visti tanti di bimbi abbandonati come me, storie che mi hanno ulteriormente segnata. Non nego di aver provato dei sentimenti negativi per questa donna in passato, ma ora sono felice e anche io non vedo l’ora di conoscerla. Mi sento davvero fortunata e per i miei 60 anni – conclude Elisa – ho ricevuto il regalo più bello che potessi avere».

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