Terni, Rolex e cane, macerie di un amore

Una coppia si separa e l’orologio diventa l’oggetto di uno scontro che finisce online. E in tribunale

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di Fabio Toni

Il ‘pegno d’amore’ che si trasforma in terreno di scontro fra i due ex. Al pari delle spese veterinarie per operare il cane, anche lui finito suo malgrado nella diatriba. Nulla di troppo strano, se non ci fossero di mezzo anche frasi allusive e poco simpatiche su Facebook che hanno fatto finire un 46enne di Terni a processo davanti al giudice Rossana Taverna per diffamazione e violazione della legge sulla privacy.

La storia Dopo sei anni di fidanzamento, nel 2010 il rapporto d’amore fra l’uomo e una 51enne di Spoleto finisce piuttosto male. A pesare sulla ‘resa dei conti’ finale, oltre ai soldi spesi per operare il cane malato, è però soprattutto un bel Rolex che la donna aveva ricevuto dall’ex compagno – in dono o in prestito, questo è il problema – un po’ di tempo prima.

Sfogo virtuale L’uomo, quell’orologio, lo rivorrebbe indietro. La donna nicchia. Inizia così un lungo tira e molla con il 46enne che si sfoga a modo sul profilo Facebook dell’ex. Per lo più con frasi allusive, non volgari ma di certo poco gradite: del tipo ‘La ra(gazza) ladra’ con tanto di foto della donna e del Rolex e altri giochi di parole, meno criptici. Non contento, decide anche di mettere online la denuncia presentata in procura contro la donna, contro quello che ha sempre ritenuto un ‘furto’.

La denuncia Lei però non ci sta: la avvertono di quello che accade sulla sua bacheca, stampa tutto e va dalla polizia a denunciare l’ex, poi finito a processo per i reati citati. L’uomo, assistito dall’avvocato Attilio Biancifiori, si difende sottolineando il tenore lieve dei messaggi e la scarsa ‘audience’, legata al breve periodo di visibilità e al numero modesto di amici che avrebbero potuto leggerli. È oggetto di discussione, invece, se la querela messa in rete rappresenti una violazione di ‘dati sensibili’. Si vedrà nella prossima udienza fissata per il 22 giugno, quando probabilmente si andrà a sentenza.

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