«Un passo avanti dopo la riapertura della vertenza, che si è resa necessaria a causa della paralisi amministrativa avvenuta con l’arrivo del commissario Pescini. Anche se con rammarico dobbiamo constatare che i profili amministrativi previsti nell’accordo, circa 20 unità, non sono stati compresi nella delibera regionale e almeno per ora non saranno oggetto di concorsi». Sono le parole di Lucci, Ambrosino e Candelori (Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) in merito allo sblocco turnover e concorsi per l’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni.
Il personale ed i bandi
I sindacati sottolineano un paio di aspetti: «Giova ricordare una volta per tutte che se il personale sanitario, medici infermieri, tecnici e O.S.S. è assolutamente indispensabile per fornire la necessaria e dovuta assistenza ai pazienti, il personale tecnico e amministrativo garantisce giornalmente tutte le procedure necessarie per effettuare acquisti, predisporre collaudi, procedere ai bandi di gara, effettuare prenotazioni, pagare stipendi e garantire anche le stesse assunzioni attraverso i concorsi pubblici. Rimane veramente un mistero comprendere come sin da subito, dopo la firma dell’accordo, abbiamo incontrato difficoltà nel garantire l’assunzione di questo personale».
Scarsa sensibilità
Cgil, Cisl e Uil concludono affermando che «nonostante le organizzazioni sindacali sin da subito hanno evidenziato la carenza anche del personale amministrativo, tutte le direzioni che si sono succedute hanno dimostrato una scarsa sensibilità nei confronti di questo personale, salvo poi continuare a chiedere il massimo impegno e supporto. Tra pochi giorni i cittadini umbri eleggeranno un nuovo governo della regione, Cgil, Cisl e Uil continueranno con lo stesso impegno, con la stessa determinazione e con la stessa piattaforma ad incalzare la nuova amministrazione, affinché si riconosca all’azienda ospedaliera di Terni, così come a tutte le aziende sanitarie umbre quel ruolo indispensabile ed insostituibile di garanzia della salute che solo il pubblico ha la capacità di garantire a tutti in modo universale, senza distinzione di ceto, di età e di colore della pelle, così come prevede l’articolo 32 della Costituzione».