Terni, se la ferrovia divide le comunità

Lettera aperta di un cittadino: «Il sottopasso della stazione di Cesi, che ci permette di raggiungere a piedi anche la fermata del bus, non è illuminato da mesi. Abbiamo paura»

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Lettera aperta di un lettore di umbriaOn

Le ferrovie hanno il meraviglioso compito di unire posti diversi e spesso lontani. Questo sempre. A volte, però, dividono – e questo è molto meno meraviglioso – posti che, invece, sono tra loro vicinissimi. È quanto accade alla periferia di Terni, dove la ferrovia (da tempo, e non è dato sapere ancora per quanto, inutilizzata) della ex Centrale Umbra di fatto separa cittadini che possono, addirittura, parlarsi dalle finestre di casa, ma che incontrano difficoltà non trascurabili per farsi visita.

Questi cittadini (di serie B?) vivono ai lati di quella ferrovia, ai due lati, ma percorrere i pochi metri che li separano, in particolare quando cala il buio, può diventare pericoloso e, quindi, se vogliono farsi reciprocamente visita – visto che adesso si potrebbe – hanno due alternative: percorrere il sottopassaggio non illuminato della stazione di Cesi (una di quelle della ormai mitica metropolitana di superficie) o mettersi in macchina e fare un lungo giro invece di poche decine di metri.

Le foto che invio insieme a questa ‘lettera aperta’ sono abbastanza esplicite per spiegare un problema che è anche, e forse questo è più importante, rappresentato dal fatto che ad un nutrito gruppo di cittadini, quelli che vivono nella zona ‘a monte’ della stazione, cioè verso Cesi, quel sottopassaggio permette di raggiungere a piedi la fermata delle linee di autobus 3 e 9 che sta immediatamente ‘a valle’.

E tornare a casa, passando per il sottovia al buio, in un area per il resto scarsamente illuminata, non è incoraggiante e se fino ad oggi il luogo non è stato teatro di episodi di cronaca, forse lo si deve al fatto che i cittadini evitano di servirsene. Ma se dovesse succedere, ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di dire: «Io non sapevo»?  Visto che le luci, nonostante le proteste, perfino delle suppliche, non si accendono ormai da mesi.

Senza dimenticare che la totale assenza di manutenzione ha fatto sì che l’area esterna della (ormai ex) stazione di Cesi – ma anche i binari, che tanto non servono, no? – siano stati invasi dalle erbacce, con inevitabile proliferazione di animali con i quali è poco piacevole convivere.

Grazie per l’ospitalità che vorrete riservare a questo messaggio e chissà che un vostro interessamento non aiuti a far sì che a questo problema sia riservata almeno un po’ di sensibilità da parte delle istituzioni preposte.

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