Stessa riunione, due letture diverse, almeno in parte. Sono quelle dei sindacati Cgil Fp e Usb in merito al tavolo sui servizi educativi comunali che si è tenuto mercoledì pomeriggio, alla presenza dell’assessore al ramo Carla Riccardi. Entrambi i sindacati esprimono tutto il proprio disagio per quello che definiscono «un vero e proprio smantellamento». Di contro, si registrano posizioni diverse sulle ‘responsabilità’ a monte. Per la Cgil la situazione «è frutto di una gestione poco oculata che si protrae da diversi anni», mentre l’Unione sindacale di Base punta il dito contro l’amministrazione Di Girolamo che «si è avviata in un percorso di appiattimento e livellamento verso il basso, di mortificazione di quelli che sono stati e sono dei nuclei di eccellenza».
La Cgil «Quello che ci è stato comunicato mercoledì pomeriggio – spiega il sindacato in una nota -, in continuità con una trattativa precedente di iniziativa Cgil Fp, ha messo in chiara evidenza che stiamo assistendo allo smantellamento dei servizi educativi per l’infanzia che da diversi mesi abbiamo denunciato in varie sedi, in particolare nella 2° commissione consiliare dove la sola Cgil Fp, insieme alle proprie iscritte, ha rappresentato un quadro di forte preoccupazione sulla tenuta dei servizi. Situazione che non è frutto di scelte politiche ed amministrative di pochi mesi, ma sicuramente di una gestione poco oculata che si protrae da diversi anni».
Passi avanti «In trattativa – spiega il comitato iscritti Cgil Fp – abbiamo favorevolmente preso atto di una serie di risposte da parte dell’assessore Riccardi ad alcune nostre richieste. Ad esempio la stipula si assicurazioni contro gli infortuni per bambini ed insegnanti, con una quota minima al di sotto dei 5 euro, che consente di superare il limite delle uscite esterne per gli alunni e assicura condizioni di sicurezza per tutti. Ma anche la predisposizione di un regolamento sulle supplenze negli asilo nido, l’ndividuazione di criteri per la mobilità interna del personale dei servizi educativi e la definizione di un codice deontologico e dei requisiti necessari per le varie mansioni».
Altri tempi «Pur apprezzando gli sforzi fatti dall’amministrazione nel ridefinire l’organizzazione, grazie anche al ‘pressing’ della Cgil, non possiamo che continuare la nostra battaglia per la tenuta di servizi educativi, riconosciuti da tutti in passato come il fiore all’occhiello di questa città ma che, ormai, dopo i pesanti tagli del bilancio e l’impossibilità di assumere personale in quanto il Comune è definito ‘cattivo pagatore’, rischiano di essere smantellati. Servizi di eccellenza costruiti grazie all’esperienza e alla professionalità delle educatrici che oggi vivono questo momento con grande sofferenza».
Appello «Il dato più drammatico – prosegue la nota della Cgil Fp – è che negli ultimi tre anni la domanda delle famiglie per i servizi educativi dell’infanzia è fortemente diminuita, evidenziando una riduzione della qualità che non risponde più alle esigenze dei cittadini. Gli educatori chiedono di avere la possibilità di essere i protagonisti, come in passato, del cambiamento e del rilancio dei servizi educativi, anche attraverso proposte e suggerimenti concreti da proporre all’amministrazione. Chiediamo pertanto al Comune di ascoltare coloro che hanno contribuito a costruire un modello che per lungo tempo ha rappresentato un esempio per molte città italiane».
L’Usb Che, in merito alla riunione di mercoledì, il tono dell’Usb sia diverso, lo si capisce nella definizione «bollettino di guerra» usata per riassumere i contenuti dell’incontro, «che – scrive la federazione provinciale ‘pubblico impiego’ dell’Usb – si è immediatamente mostrato come qualcosa di più di un normale tavolo di discussione, vista la presenza dell’assessore alla Scuola che da subito ha fatto presagire il peggio per i servizi, per tutti quelli che vi lavorano, ma soprattutto per le famiglie dei bambini che li frequentano o che li vorrebbero frequentare».
Nodo-pasti «L’assessore – attacca l’Usb – ha esordito con la comunicazione della trasformazione delle modalità di erogazione della mensa in ben quattro scuole dell’infanzia, da ‘preparato in loco’ a ‘trasportato’, adducendo motivazioni di risparmio su lavori di adeguamento delle cucine e costo del singolo pasto. Rispetto al livello di qualità delle materie prime e della preparazione – aggiunge il sindacato – non solo non c’è stata alcuna verifica, ma non si è andati oltre a generiche rassicurazioni, accompagnate dalla notizia di un presunto pronunciamento delle famiglie in favore degli alimenti non biologici al posto dei biologici».
Tagli su tagli «Ma la lettura dell’elenco delle vittime e dei feriti – spiega il sindacato di base – non si è esaurito qui: il Comune subisce una procedura sanzionatoria per il mancato rispetto dei vincoli per i pagamenti alle aziende e per questo non sarà possibile sostituire il personale educativo ed insegnante che andrà in pensione, neanche con incarichi di supplenza a tempo determinato. Questo porterà alla sospensione del funzionamento delle sezioni ponte e di una sezione lattanti, alla riduzione dei posti di un’altra sezione lattanti, alla riduzione dell’orario di funzionamento di due scuole dell’infanzia in una delle quali sarà ridotto anche il numero di bambini, così come sarà ridotto in una terza scuola, con le famiglie interessate che devono ancora essere avvisate».
L’affondo «Ci vuole del coraggio – denunci l’Usb – per definire questa operazione una ‘riorganizzazione’: questi sono tagli puri e semplici. Si parla di bambini che a un mese dall’apertura dell’anno scolastico, di fatto non hanno più un posto a scuola e per i quali si è, con leggerezza, immaginata una soluzione ‘facile’: andranno in un’altra scuola. C’è però qualche ‘dettaglio’ che è stato trascurato: i pensionamenti e il mancato rispetto dei vincoli finanziari da parte del Comune sono noti da tempo, ma invece di cercare una soluzione ad una questione così ‘banalmente’ concreta, ci si è preoccupati di riscrivere un’inutile organizzazione della macchina amministrativa e a nominare qualche fedelissimo membro di staff che consentisse agli assessori di ottenere l’ambitissimo dono dell’ubiquità».
«Dov’è il buonsenso?» Per il sindacato, insomma, «si disperde con noncuranza un patrimonio di grande valore per la città, si sviliscono la professionalità e la passione di educatori ed insegnanti, spingendoli verso un’attività di routine o peggio di mera sorveglianza, si incide inoltre negativamente sulla qualità della vita delle famiglie. Come se tutto questo non bastasse, anche il personale della cooperazione sociale che opera nei servizi educativi subirà pesanti tagli da questa cosiddetta ‘riorganizzazione’, armata di grandi forbici e di scarso buonsenso».