L’Unione sindacale di base di Terni serra le fila in vista del voto del 3, 4 e 5 marzo per l’elezione delle nuove Rsu in tutto il comparto pubblico. E lo fa attaccando i sindacati confederali – Cgil, Cisl e Uil – che, secondo l’Usb, «hanno consentito ai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, di riscrivere le regole del mondo del lavoro, cancellando conquiste e diritti storici».
«Passivi» Nell’assemblea che si è tenuta giovedì a Terni, i rappresentanti dell’Usb hanno puntato il dito contro l’atteggiamento dei sindacati tradizionali, rei – a loro giudizio – «di aver privilegato gli interessi dell’impresa e dei partiti, accettando supinamente di far gravare solo sulle spalle dei lavoratori il costo della competitività e della demagogia, a cui si è aggiunto il prezzo di una crisi drammatica. La vertenza Ast – afferma l’Usb – è stata in questo senso emblematica».
Abolizione delle province Secondo l’Usb di Terni, le province «sono solo il capro espiatorio di una falsa campagna contro sprechi e privilegi, realizzata per distrarre l’opinione pubblica dai veri temi che dovrebbero essere affrontati. A partire dalla lotta alle ingiustizie sociali che passa anche attraverso una vera riforma della pubblica amministrazione». Dall’assemblea di Terni giunge un pieno sostegno alla manifestazione che si terrà il 28 febbraio a Milano, lanciata dall’appello del Forum Diritti/Lavoro e raccolta dall’Usb, per protestare contro le politiche repressive ed autoritarie del governo.