di Francesca Torricelli
«È una vergogna. La strada è ormai piena di crateri, per non parlare del marciapiede. E le strisce pedonali? Sono ormai un ricordo». La protesta è di un residente di via Don Luigi Sturzo, che ogni giorno – a piedi o in macchina – percorre via di Vittorio e un tratto di via San Valentino, per andare a fare la spesa.
VIA DI VITTORIO E I MARCIAPIEDI: LE FOTO
La strada A caratterizzare via di Vittorio, arteria di collegamento tra il quartiere San Valentino e il centro città, sono solo «buche, tratti in cui l’asfalto manca ormai da tempo e una segnaletica stradale che ormai si può solo immaginare», attacca. «Io ho una macchina vecchia, diciamo più o meno quanto me – sorride – ma non per questo devo rimetterci in pneumatici o ammortizzatori. Chi mi ripaga dei danni che nel tempo accusa la mia auto?», il sorriso ormai ha lasciato il posto all’amarezza.
Lo slalom «Io non guido molto spesso – aggiunge – ma quando mi trovo costretto a prendere l’auto per andare a fare la spesa – comunemente chiamata ‘grande’ – per tornare verso casa, è come vivere in un videogioco. La mia vecchia macchina è messa a dura prova facendo lo slalom per evitare buche o crepe dell’asfalto. E, sinceramente, anche i miei vecchi riflessi si trovano spesso sotto esame».
I marciapiedi La cosa non migliora «quando decido di muovermi per il quartiere a piedi. Come le dicevo i 18 anni li ho passati già da tempo e mia moglie insieme a me. Lei non cammina molto bene e si fa aiutare da me e dal suo fedele bastone. Riesce ad immaginarci a ‘zompettare’ tra una buca e l’altra sul marciapiede? E se mia moglie dovesse inciampare in una di queste?». Per intervenire «non si può sempre aspettare che qualcuno si faccia male». E conclude: «Questa via è un biglietto da visita per i turisti. Proprio qualche giorno fa, via San Valentino, è stata raggiunta da persone di tutta Italia. Ma che figura ci facciamo?».

Viale dello Stadio Intanto, mercoledì, sono iniziati i lavori in viale dello Stadio (che dovrebbero terminare in circa 45 giorni). Verranno rimossi tutti quelli che in Comune definiscono «gli apparati radicali sporgenti – le radici degli alberi – così da eliminare i dossi che creano problemi di sicurezza».