Teatro Verdi, via libera a bando in due fasi

Parte la procedura per la redazione del documento: 4,6 milioni di euro per il primo stralcio funzionale. Inviati atti al Mibac per finanziamento da 2 milioni

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di S.F.

Bando di concorso in due fasi – presentazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica e definitivo-architettonico, nonché per la parte strutturale ed impiantistica -, via libera alla redazione del documento preliminare da porre a base dell’iter previa consultazione degli organismi della rete delle professioni tecniche, approvazione dello schema disciplinare tra Comune e autorità di gestione del piano operativo ‘Cultura e turismo’ per avere un finanziamento Mibac da 2 milioni di euro e ‘conteggio’ totale di fondi disponibili per il primo stralcio funzionale da 4,6 milioni di euro. Sotto Natale ecco un nuovo step a Terni per il recupero del teatro Verdi: c’è il semaforo verde per partire con il bando a due mesi dallo svelamento del cosiddetto ‘metaprogetto’ propedeutico alle successive fasi dell’iter, il documento di partenza elaborato dai tecnici comunali e più volte contestato. A proposito: viene puntualizzato che quella proposta «ha «unicamente lo scopo di rendere evidenti i limiti imposti dal vincolo esistente». C’è lavoro per Mauro Cinti (Rup) e Marcello Boccio, designato come responsabile di questo procedimento.

REVOCA GARA ORIGINARIA, KREA VS COMUNE: IN ARRIVO LA SENTENZA

Il teatro Verdi

La possibilità di scelta e la procedura per i 2 milioni

Nel documento viene ribadito che ci sono dei punti – sono undici quelli elencati, ci sono ad esempio il posizionamento dei camerini e locali servizio al di sotto del palcoscenico, la capienza da almeno 800 posti e l’individuazione d’uso sia per opera lirica che prosa, oltre a musica sinfonica, popolare e attività convegnistiche – da rispettare. Tuttavia viene specificato che, nonostante i vincoli, vengono lasciate «aperte e libere le scelte progettuali sia formali, estetiche e funzionali». A livello finanziario il Comune si è attivato lo scorso martedì inviando al Mibac gli atti per l’istruttoria per ottenere 2 milioni di euro. Motivo? Il Piano operativo ‘cultura e turismo’ legato al fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 da destinare al recupero della struttura. In tal senso il supporto e la segnalazione è arrivata direttamente dalla Regione (evidentemente non a caso, d’altronde c’è l’assessore Enrico Melasecche di mezzo), in particolar modo dalla direzione programmazione, affari internazionali ed europei. Dovesse filar tutto liscio, questo piano sarà attivato in seguito ad una sottoscrizione di un disciplinare tra le parti coinvolte: è previsto che sia attuato tramite uno stralcio funzionale, il primo.

IL METAPROGETTO ESPOSTO AD OTTOBRE

Il metaprogetto

La somma e il totale: 4,6 milioni

Si tratta di quello già esistente da tempo – la ‘famosa’ gara poi revocata e per il quale il 17 dicembre si è discusso nel merito al Tar dell’Umbria con la Krea Costruzioni, posizioni distanti sulla richiesta di risarcimento – e che il Comune ha aggiornato con i 2 milioni di fondi ministeriali citati in precedenza: si parla di una somma complessiva a disposizione per il 1° stralcio funzionale da 4,6 milioni di euro, in quanto c’erano già sul tavolo 1,2 milioni di finanziamento regionale e 1,4 milioni legati a devoluzioni di mutuo cassa. Palazzo Spada ha dunque approvato il nuovo quadro per procedere con il bando di concorso internazionale, con il parere positivo del neo dirigente alle attività finanziarie Claudio Carbone.

LA BAGARRE IN COMMISSIONE CONSILIARE: SPIEGAZIONI E CRITICHE

L’interno (foto archivio)

Le due fasi, l’affidamento e il confronto 

Perché il bando in due fasi? Per la particolare rilevanza e complessità del lavoro, spiegano i tecnici. La prima prevede la presentazione di un progetto di fattibilità tecnica-economica (il preliminare, per sintetizzare), quindi il definitivo e, per la parte strutturale ed impiantistica, un altro a livello di fattibilità. Nel documento di gara sarà inserita la possibilità di un affidamento diretto per il progetto esecutivo del primo stralcio funzionale al soggetto che ha presentato la miglior soluzione; in tutto ciò è stato redatto il cronoprogramma della procedura in quanto richiesto dal Mibac per perfezionare l’iter riguardante il finanziamento da 2 milioni di euro. Previsto un confronto sul tema con la Rete delle professioni tecniche, il Consiglio nazionale degli ingegneri ed il Consiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, sia in ambito nazionale che locale. Le spese per il bando ed i successivi affidamenti sono quantificate in via preventiva in 600 mila euro. Per quel che concerne il metaprogetto di ottobre i professionisti interessati potranno declinarne «le esigenze tecniche espresse in modo autonomo e senza limitazioni».

«Metaprogetto superato»

Sul tema interviene uno dei consiglieri più interessati al teatro Verdi, Michele Rossi di Terni Civica: «In pratica avevamo ragione quando ci domandavamo come si sarebbe potuto svolgere una fase concorsuale di idee se era lo stesso Comune a fornire una idea progettuale cosi già ben definita nel cosiddetto metaprogetto. Contrariamente a chi sosteneva che dovevamo sorbirci inevitabilmente quella soluzione architettonica, oggi la realtà dei fatti ci ha dato ragione, quell’idea progettuale è di fatto superata con la scelta di procedere ad un concorso internazionale che appunto per sua stessa natura deve poter essere aperto ad ogni idea dei partecipanti. Dunque smentito nei fatti chi magari per propaganda, forzando allora le decisioni politiche, ha voluto ad ogni costo portare a casa una soluzione progettuale risolutiva a suo dire per il nostro teatro Verdi. In pratica quel progetto rimane sulla carta come una delle possibili soluzioni e non come ci fu presentato come la sola possibile alla luce degli impedimenti esistenti (vincolo soprintendenza con relative trattative e scarsità delle risorse economiche disponibili). Dal concorso di idee è naturale aspettarsi nuove soluzioni progettuali  (penso alla proposta di teatro all’italiana che il metaprogetto abbandonava per la soluzione auditorium) che propongano quella qualità architettonica che la città si aspetta e merita».

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