Terni e forestazione urbana, il progetto

Possibile abbattimento di altri 57 alberi, messa a dimora di 168 esemplari tra tigli, aceri, lecci, ciliegi e lagerstroemia. Priorità parco Le Grazie, focus anche su piazza Tacito

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di S.F.

«Attività di interventi di qualificazione ed incremento consistenti nella fornitura e messa a dimora di 168 nuovi alberi, interventi per la sicurezza e gestione del rischio consistente in potatura e contenimento di 55 alberi; analisi strumentale di stabilità biomeccanica di 60 alberi ed eventuate abbattimento di 57». ‘Terni verde’, forestazione urbana e monitoraggio per il programma di miglioramento ambientale: la giunta a guida Leonardo Latini ha approvato il progetto esecutivo riguardante il primo stralcio – valore di 158 mila euro – funzionale. In arrivo tigli, aceri, lecci, sorbi, ciliegi selvatici e lagerstroemia, quest’ultimi già piantumati in via Lungonera Savoia nel percorso di restyling.

VIA LUNGONERA SAVOIA, ECCO ESEMPLARI DI LECCIO E LAGERSTROEMIA: PIANTE ANTI INQUINAMENTO

La relazione tecnica e la priorità

La delibera di giunta è accompagnata da una lunga relazione tecnica – risalente all’11 marzo 2018 – a firma del progettista agronomo dell’Afor Massimo Barbarossa, il responsabile unico del procedimento di miglioramento ambientale. La giunta specifica che in primis l’attenzione sarà focalizzata sul parco ‘Le Grazie’, «attualmente chiuso al pubblico in relazione alla mancata messa in sicurezza per effetto dell’incombenza di alberature giudicate a rischio caduta». Al di là della singola zona, il progetto ‘Terni verde’ prevede interventi di verifica delle stabilità e/o abbattimenti di alcuni alberi.

LA RELAZIONE TECNICA COMPLETA: FORESTAZIONE URBANA, MESSA A DIMORA, ABBATTIMENTI E CHECK ALBERATURE CON VISUAL TREE ASSESSMENT

L’assessore Benedetta Salvati

La forestazione urbana, la messa in sicurezza e lo stress ambientale

Non mancano le nuove piantumazioni. «L’elemento principale del progetto – si legge – oltre alla messa in sicurezza, iguarda gli interventi di forestazione urbana. Ha lo scopo di imitigare l’inquinamento atmosferico sfruttando le capacità di fitoassorbimento degli inquinanti gassosi depositate sulle superfici fogliari; riduzione delle emissioni climalteranti, nonché per la regolazione termica svolta dalle piante con mitigazione dell’effetto ‘isola di calore’ cittadina;  incremento della biodiversità e della connettività della rete ecologia urbana e miglioramento del paesaggio urbano e del valore estetico degli spazi verdi». Gli interventi di reimpianto riguardano la zona di Le Grazie e via Rossini in quanto «considerate tra le più oppresse dall’inquinamento gassoso urbano, come risulta dai monitoraggi periodici delle centraline di Arpa». Non solo: per l’amministrazione c’è l’esigenza di diminuire lo ‘stress ambientale’ dovuto al traffico in aree come viale Borzacchini e via Lessini. 

Numeri, cronoprogramma e tipologia di piante

Il progetto prevede nella prima fase l’intervento di qualificazione e la piantumazione (168 alberature), quindi la potatura straordinaria/contentimento delle chiome (55), l’analisi strumentale di stabilità biomeccanica (60) e l’eventuale abbattimento (57). Ogni modulo di forestazione prevede una ‘struttura’ di sette alberi sia di I° (superiori a venti metri di altezza) che di II° grandezza (inferiori a venti metri), con distanza di 6,50 metri l’una dall’altra per un ingombro complessivo di 110 metri quadrati (per singolo modulo). Le essenze arboree sono – 24 unità per tutte – tigli, lecci, aceri di monte, aceri campestri, ciliegi selvatici, sorbi e lagerstroemia. «Nell’impianto – evidenzia Barbarossa nella relazione – nelle aiuole spartitraffico o nelle aree residuali della rete stradale urbana, saranno valutati anche i vincoli da servitù o da strumenti urbanistici vigenti, o imposti dal Codice della strada, garantendo comunque che i nuovi individui piantati non siano di intralcio al traffico o alla segnaletica stradale».

I controlli, piazza Briccialdi e piazza Tacito nel mirino

Piazza Tacito

Gli interventi di verifica di stabilità e/o abbattimento coinvolgeranno anche zone centrali della città. Si parla infatti di piazza Briccialdi (13 pini) e corso Tacito (1 pino). «Va comunque detto – puntualizza Barbarossa – che le operazioni di verifica, in particolare quelle basate esclusivamente sul controllo visivo, non potranno che essere condotte secondo il principio di ordinarietà, escludendo a priori le conseguenze imponderabili di eventi esterni eccezionali, anche se sempre più frequenti a causa dell’estremizzazione climatica in corso». Sì, perché – c’era stata una polemica politica proprio su questo fattore in relazione a via Lungonera Savoia – questi check di stabilità riguardanti alberature a rischio saranno effettuati «secondo il metodo Vta (Visual tree assessment con analisi resistenza meccanica attraverso la metolodogia Wla), in vista dell’eventuale abbattimento o potatura straordinaria. Controllo visivo ed eventuale approfondimento con controllo strumentale (martello elettronico, penetrometro ecc.) effettuato da personale specializzato».

Il risultato atteso e l’effetto start

Nel chiudere la relazione il progettista dell’Afor sottolinea che «il principale risultato atteso in generale dal presente progetto è il miglioramento della qualità ambientale diffusa del territorio urbano di Terni, grazie alla pluralità dei servizi ecosistemici garantiti. In particolare, tra questi ultimi ci si sofferma soprattutto sulle plusvalenze ottenibili dalla forestazione urbana rispetto ai classici modelli di valutazione ponderati su basi esclusivamente estetico paesaggistiche, pure non trascurabili. In altri termini, probabilmente l’elemento più forte ed innovativo del progetto sta nel focalizzare il valore aggiunto costituito dalla capacità dei sistemi vegetali di mitigare gli impatti causati dalle attività antropiche (industria, traffico, riscaldamento), nonché di misurare e monitorare nel tempo ilivelli di inquinanti ed emissioni climalteranti. In quest’ottica è possibile pensare di costruire un sistema di contenimento e monitoraggio permanente basato sull’analisi della vegetazione urbana, misurando ad esempio la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato sulla superficie fogliare della vegetazione, per anivare ad una stima sia del contributo attuale offerto dal verde urbano nel contenimento di polveri ed inquinanti, sia degli effetti associati all’introduzione di nuova vesetazione. Stesso metodo è possibile usare per la stima dell’assorbimento di C02 attuale e futuro (in relazione all’incremento atteso della superficie forestale urbana comunale) tramite appositi modelli di previsione (iTree ed altri), o dell’incremento della salubrità a seguito del programma di forestazione urbana, fino ad arrivare alla stima in termini monetari del valore della foresta urbana, che perrnetterebbe l’inserimento del verde urbano all’interno dei bilanci comunali non solo sotto la voce ‘costi’ ma anche in quella dei ‘benefici’. Infine, è altrettanto importante attendersi da questi interventi un ‘effetto start’ per investimenti futuri – conclude – sul capitale verde cittadino, accomunati dalla medesima logica di sostenibilità, assimilandone appieno la valenza ecologica ed ambientale, ma anche economica, sociale e culturale».

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