Un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori e proporre i necessari aggiustamenti, in particolare sul fronte delle barriere architettoniche, per poter poi contare – l’inaugurazione potrebbe avvenire entro l’estate – su spazi adeguati e funzionali.
La ‘visita’ A questo è servita la ‘sortita’ del tavolo ufficiale di ‘Agenda 22’ nel cantiere di via San Lucio. Compito dell’oganismo, composto da Comune, Asl, associazioni e singoli cittadini, è monitorare la concreta applicazione delle politiche per le disabilità.
Il progetto Lì a San Lucio, Comune di Terni e Ater stanno riqualificando tre palazzine dismesse – per un importo di circa 1 milione e mezzo di euro – destinate ad ospitare un centro diurno per persone disabili, ma anche appartamenti (ben 32, soprattutto per giovani coppie) e un ‘bibliobar’. Un centro ‘semi residenziale’, con tanto di spazi pedonali e aree giochi per bambini, che – nelle intenzioni originali – rappresenta un passo fondamentale nella riqualificazione del quartiere.
Centro diurno Al piano terra di due delle tre palazzine troveranno posto le circa 50 persone assistite dalle associazioni Girasole e Macondo, attualmente dislocate in più complessi, attraverso i servizi socio-educativi e socio-riabilitativi.
Interventi Durante il sopralluogo, a cui hanno preso parte anche il vice sindaco e assessore al welfare Francesca Malafoglia e il direttore del distretto di Terni della Usl, Stefano Federici, i rappresentanti delle varie associazioni hanno potuto prendere visione dello stato dei lavori. Fra loro, c’è chi ha suggerito alcune modifiche progettuali – relative ad esempio alle rampe di accesso – per agevolare l’utilizzo degli spazi.
Poco verde Uno dei nodi, evidenziato dalla Federazione associazioni diversamente abili ‘Fada’, riguarda la carenza di spazi verdi che possano essere funzionali agli scopi sociali e terapeutici della struttura e non solo. La soluzione individuata, in questo senso, è rappresentata dal parco posto fra il torrente e gli edifici che potrebbe essere trasformato in ‘giardino sociale’ – con tanto di nome già individuato: ‘Il seme della vita’ – da utilizzare come area per lo svago e la riabilitazione. Per attuarla, servono ovviamente risorse che ancora da individuare. «Gli spazi verdi e le modifiche richieste – spiegano i rappresentanti di ‘Fada’ – sono fondamentali per garantire servizi adeguati alle esigenze dei tanti ospiti del centro diurno. Senza, ci troveremmo di fronte a una struttura sì nuova, ma carente».
Dubbi e certezze L’operazione consentirà al Comune anche di risparmiare circa 80 mila euro di affitti: a tanto ammonta la spesa annua sostenuta per le strutture semi residenziali di Macondo e Girasole. Il cronoprogramma dei lavori prevede il completamento delle prime due palazzine entro la fine dell’estate. Poi si passerà alla terza – quella destinata ad ospitare il ‘bibliobar’ sociale – che potrebbe vedere la luce entro il 2015. Resta invece da capire il destino di una quarta palazzina che insiste nell’area, per la quale, al momento, non sono previsti interventi al di là di una generica sistemazione esterna.