Terremoto: «Risarcire il danno ‘indiretto’»

Proposta-appello di Catiuscia Marini al governo: «Ci sono imprese che non hanno subito danni ma sono senza più un cliente»

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Un contributo legato al danno indiretto causato dai terremoti che, dallo scorso agosto, continuano a tormentare il centro Italia. Un sostegno destinato alle attività produttive, dentro e fuori dal ‘cratere’ così come è stato definito dal governo, e in particolare al settore turistico ricettivo letteralmente in ginocchio e dove strutture che non hanno subito danni, si ritrovano senza un cliente da tempo solo perché si trovano in Umbria.

La proposta-appello, rivolta al governo, arriva dalla presidente della regione Catiuscia Marini che in un’intervista su ‘Il Sole 24 Ore’ di domenica chiede all’esecutivo di farsi carico di una situazione decisamente pesante, non solo per chi ha subito e continua a subire i danni causati dalle scosse.

Nel concreto, la Marini spiega che il contributo legato al danno indiretto può essere applicato «andando a vedere il fatturato dell’attività imprenditoriale nei due anni precedenti all’evento e si confronta con il fatturato dell’anno successivo. Se c’è una perdita significativa, che nel 1997 (dopo il terremoto dell’Umbria, ndR) era indicata in oltre il 20%, allora viene riconosciuto all’impresa un contributo pari a una quota della differenza negativa. Quota che nel 1997 – spiega la presidente della Regione a ‘Il Sole 24 Ore’ – era del 20% e comunque non oltre 100 milioni di lire, cioè 50 mila euro di oggi».

L’ipotesi Per la Marini non si configurerebbe alcun tipo di conflitto con l’ipotesi, avanzata da alcune associazioni di categoria, sull’applicazione di una ‘no tax area’: «Si concede un beneficio sia a chi ne ha bisogno, sia a chi continua a fatturare». Il tutto accanto alla ‘spinta’ dei fondi strutturali – 300 milioni in tutto – che per la presidente potrebbero essere utilizzati non solo per ricostruire ‘come prima’, ma anche e soprattutto per far compiere passi in avanti alle imprese colpite. Superando così una fase fra le più critiche che si ricordi.

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