Terremoto: «Vogliamo tornare a casa»

Dal 10 febbraio i terremotati con case agibili sarebbero dovuti tornare in Valnerina. Negli alberghi si sente il bisogno di tornare alla vita normale

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Nei recenti incontri con gli sfollati, il sindaco di Norcia Nico Alemanno aveva assicurato a tutti di poter rientrare in Valnerina, nelle casette, entro giugno. Mentre qualcuno si fida e qualcun altro rimane scettico, negli alberghi del Trasimeno – che ospitano ancora circa 130 persone – la vita va avanti sempre uguale, oggi come tre mesi fa. «Ci troviamo bene – dicono i più – ma la priorità rimane quella di tornare a Norcia e riprendere la nostra vita». E da oggi, 10 febbraio, secondo la circolare diramata dalla Protezione civile, le persone la cui casa risulta agibile avrebbero dovuto lasciare gli alberghi.

Case agibili Almeno a San Feliciano, però, non sono ancora arrivate comunicazioni del Comune sullo stato di molte abitazioni. «Al momento non hanno ricevuto nessuna notizia in merito – spiega il gestore dell’hotel Ali sul Lago, Massimo Chiucchiù – sarà il comune di appartenenza a dire chi ha la casa agibile e deve rientrare, non è compito nostro capirlo». In attesa di comunicazioni ufficiali, allora, molti sfollati hanno già annunciato di rimanere in albergo: «Per ora restano volentieri, anche perché c’è chi ha paura di tornare nella vecchia casa e sobbalza al primo rumore o fruscio: non bisogna perdere di vista l’aspetto psicologico».

Sfollati dell’albergo Ali sul Lago

Fiducia In attesa di comunicazioni La signora Anna Cipolla si è fatta portavoce del gruppo dei 75 sfollati, provenienti quasi tutti da Norcia, che alloggiano all’hotel Ali sul Lago. Organizza le attività serali e fa da referente per qualsiasi questione. «L’importante per noi è che il gruppo sia unito – racconta – così si affrontano meglio i problemi e si trovano diversivi che aiutano a trascorrere il tempo». Anche lei è venuta a conoscenza della scadenza del 10 febbraio solo ieri, attraverso una mail inviata della Protezione Civile, e trova molto difficile poterla rispettare: «Su molte abitazioni non sono ancora stati fatti controlli, aspettiamo che il Comune ci dica qual è lo stato delle nostre case e a quel punto, se sarà agibile, rientreremo a Norcia». Ma c’è fiducia: «Noi aspettiamo e faremo quello che ci diranno, nel frattempo stiamo bene e crediamo a quello che ci dice il sindaco». Un discorso a parte vale invece per le famiglie con figli piccoli: i bambini che alloggiano nella struttura ormai frequentano le scuole del comune di Magione e i genitori si fermeranno sicuramente fino a giugno, per assicurare continuità al percorso scolastico.

PARLA LA SIGNORA ANNA – IL VIDEO

«Siamo stanchi» Ma non sono tutti così sicuri che la priorità del sindaco Alemanno sia quella di «riportare tutti a Norcia». Al residence Le tre Isole, ad esempio, 66 ospiti, tira un’aria meno buona. All’ora di pranzo, tra i tavoli del salone, il silenzio è rotto soltanto dalle grida dei tanti bambini. «Siamo molto stanchi – spiegano alcune donne – andare avanti così è pesante e non ce la facciamo più». Si sente il bisogno di avere spazi propri, come una cucina in cui poter preparare i pasti, e si subisce la noia: «La maggior parte di noi era abituata a lavorare ed ora non sa più come passare le giornate». Ma c’è rabbia anche nei confronti dell’amministrazione, ritenuta colpevole di pensare prima a «riportare i turisti in Valnerina che gli abitanti nelle proprie case». Ermira, titolare di una norcineria nel centro di Norcia, non ci spera più. Insieme al marito, con il quale ha già aperto una piccola bottega a Magione, sta pensando di avviare un’altra attività al Trasimeno e di trasferirsi momentaneamente nella zona, lasciando l’albergo, dove il clima sta diventando insopportabile.

«A Norcia solo spot» Benedetta ha quattro figli, una casa non agibile dal 24 agosto e un lavoro che ha perso da quando il terremoto ha costretto il ristorante in cui lavorava alla chiusura. Anche lei è esasperata dalla permanenza al residence e teme di non avere la sua casetta nei tempi che erano stati assicurati, nonostante sia in cima alla lista per le assegnazioni di quelle da 80 metri quadrati, non ancora arrivate. «A Norcia si pensa a fare spot pubblicitari, ad invitare personaggi famosi, a rilanciare il turismo, ma farci tornare nelle nostre case non è la priorità. Non vediamo mai un riscontro nella realtà di quello che promette il sindaco». All’attesa, si aggiungono poi le difficoltà economiche: «Non abbiamo reddito, ma dobbiamo comprare libri per le figlie, gli occhiali, le scarpe che non sempre la Caritas ha a disposizione».

PARLA IL SIGNOR FRANCO – IL VIDEO

Lo sfogo dei più anziani Ancora più pesante, però, è il trascorrere del tempo per gli anziani, legati indissolubilmente alle loro montagne. Il signor Franco, ex pastore di Castelluccio di Norcia, ha superato gli 80 anni e alloggia a ‘Le tre isole’ da novembre. «Si mangia e ci trattano bene», assicura, ma la mancanza di casa si fa sempre più forte. E il peso più grande è la paura di non riuscire a tornare nel posto in cui ha trascorso tutta la vita. «Castelluccio era un paese che tutti ammiravano – ricorda con la voce rotta – e si è ridotto a nulla».

 

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