Tesei: «L’Umbria è pronta per la ‘fase 3’»

Sul piano sanitario «numeri confortanti ma c’è carenza di personale». Su quello economico: «14 milioni con una tantum per partite Iva e Pmi»

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Martedì mattina, in consiglio regionale, la presidente della regione Umbria, Donatella Tesei, ha riferito circa la situazione dell’emergenza Covid sul territorio regionale, dal punto di vista sanitario ed economico «Siamo al quarto aggiornamento – ha spiegato la Tesei – e i dati di ieri ci dicono che i casi finalmente sono sotto quota 5 mila, dimezzati in due settimane. Indice Rt e tasso di mortalità, seppure ci rendono addolorati per chi perde la vita, sono tra i più bassi d’Italia. L’Umbria è tra le prime regione italiane ad uscire dalla fase 2. Ma il numero dei ricoveri, 347 di cui 41 in terapia intensiva, è ancora elevato. Soprattutto i dati dell’intensiva ci preoccupano. La fase 2 dell’epidemia si è sostanzialmente esaurita, ma saremo cauti negli eventuali successivi allentamenti. Vorrei mandare un messaggio diretto agli umbri: bisogna avere massima cautela e rispetto delle regole. La qualità degli atteggiamenti può essere determinanti per la fase 3».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

La ‘terza ondata’: «Posti letto ok ma il personale scarseggia»

Proseguendo, la Tesei ha spiegato che «l’Umbria si sta preparando alla fase 3, che sarà confusa e potenziata dal picco influenzale, forte dei quasi 600 posti letto Covid disponibili e che potremmo anche ampliare. I posti letto saranno rafforzati dal piano di salvaguardia e siamo stati tra i primi a redigerlo. Raggiungeremo la cifra di 171 posti terapia intensiva, un numero molto importante. Ma è il personale che scarseggia, è il nostro più grande problema, e dobbiamo cercare di risolverlo ottimizzando gli interventi. Trenta dei 44 nuovi letti di terapia intensiva sono ultimati o in fase ultimazione, 14 di questi saranno nel terzo piano ospedale Terni. Verranno attivati man mano che serviranno».

Gli aspetti economici: «Bilancio 2021 difficile. Soprattutto per le entrate»

«Insieme alle misure sanitarie – ha aggiunto la presidente della Regione – ci sono le misure economiche, un tema connesso. La Regione ha continuato a lavorare nonostante molto risorse personali siano impegnate nella gestione pandemia. Il Documento di economia e finanza regionale (Defr) traccia la strada di un futuro concreto, con una propensione al rilancio economico della regione per i prossimi 3 anni. Ma le risorse non sono infinite, bisogna fare i conti con numeri. Sono molto contenute quelle a disposizione, procurate con un duro lavoro riprogrammazione. Per quanto riguarda la riprogrammazione delle risorse comunitarie, ci sono 98 milioni di euro interamente allocati, già spesi al 40% e da spendere al 60% per il 2021. Ci sono poi altri 98 milioni da spendere al 100% provenienti da Fsc-Accordo Provenzano, dunque poco meno di 200 milioni in due anni, pari allo 0,4% del Pil annuo. Per quanto  riguarda le risorse comunitarie, con la programmazione 2021-2027 avremo a disposizione 700 milioni di euro circa, 800 milioni dal Psr, da cofinanziare per oltre 30 milioni l’anno, altrimenti rischiamo di perderne una parte. Abbiamo fatto un’attenta ricognizione del bilancio regionale per il 2021, per il quale preoccupa molto il lato delle entrate dopo che già quest’anno abbiamo subìto un duro colpo con 35 milioni mancanti. Ci troveremo a far fronte ad entrate ancora in calo, oltre la misura 2020. Un bilancio dunque difficile e impegnativo: non sono possibili ulteriori spese diverse da quelle da coprire».

Le misure previste. Con polemica finale

La Tesei ha poi spiegato che, in favore delle realtà produttive e professionali, «verranno finanziate misure di sovvenzione al sistema economico. Domani (mercoledì, ndR) si annuncerà un fondo da circa 14 milioni di euro, con una tantum per partite Iva e piccole imprese colpite dalla pandemia. Inoltre è stato annunciato un grande fondo per ricerca, sviluppo e innovazione da 18 milioni di euro. La Regione è stata e sarà vicina all’Umbria economica. Il lavoro è molto impegnativo, ma siamo orgogliosi del dialogo politico-istituzionale tra le forze in campo. Servirebbe solo qualche sgangherato post di attacco personale in meno e qualche proposta in più».

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