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Home » Trasimeno, come cambia la ‘popolazione’

Trasimeno, come cambia la ‘popolazione’

di Simone Francioli
28 Gennaio 2016
in Ambiente e salute, Attualità, Dal territorio, Trasimeno
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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Aumento di moriglioni, cormorani e morette tabaccate, accompagnato da un crollo di anatre e folaghe. Questi i dati più rilevanti del 29° censimento del lago Trasimeno rilevati dagli ornitologi – circa una decina – al termine di due giornate di monitoramento, il 12 e il 19 gennaio. Il lago si conferma zona umida di importanza internazionale.

Lo svasso collorosso (foto Giorgio Brusconi)
Lo svasso collorosso (foto Giorgio Brusconi)

L’iniziativa è partita nel 1988 e dal 2005, coinvolge tutte le specie presenti e svolta nell’ambito del programma Western Paleartic and West Asian Waterbird Census, in Italia è coordinata dall’Ispra(Istituto superiore per la protezione e ricerca sull’ambiente) e a livello internazionale da Wetlands International, organizzazione che collabora attivamente con il Segretariato della Convenzione di Ramsar.

Il Trasimeno secondo i dati aggiornati è stato scelto per lo svernamento da 30 specie di uccelli, per un totale – superiore alla soglia di 20 mila che qualifica le zone umide di importanza internazionale secondo i criteri della Convenzione di Ramsar – di 23 mila e 783 individui. «Un numero – hanno spiegato gli ornitologi – molto più basso dei massimi storici osservati in passato: circa 75 mila individui nel 2003 e 80 mila nel 2004».

I crolli La flessione è imputabile soprattutto al crollo della folaga (oltre 50 mila individui nel 2003-2004, contro gli attuali 5 mila circa) e delle anatre di superficie (14 mila individui nel 2003-2004, a fronte degli attuali 1300). Le specie interessate dalla flessione dipendono per la loro alimentazione principalmente dalle idrofite ed è possibile che il loro decremento sia dipeso da una diminuzione di queste piante  o da una loro minore accessibilità legata all’aumento del livello del lago.

Lo smergo maggiore
Lo smergo maggiore

Gli incrementi riguardano invece diverse specie: per moretta tabaccata, airone bianco maggiore, airone cenerino e garzetta i valori di quest’anno rappresentano le consistenze invernali massime mai osservate, mentre per cormorano, moriglione e moretta tabaccata sono stati registrati valori superiori alla soglia che qualifica una zona umida di importanza internazionale per queste specie. Nel caso della moretta tabaccata – specie minacciata – la consistenza rilevata è superiore di ben 16 volte al valore-soglia (che è di appena 25 individui). Infine per 5 specie (airone bianco maggiore, airone cenerino, garzetta, folaga e svasso maggiore) la consistenza è superiore al valore-soglia che individua i siti di importanza nazionale.

I rilievi sono stati effettuati in due sessioni: martedì 12 conteggi da terra, martedì 19 spazio a quello ‘da lago’ con l’uso di barche. Sono stati organizzati dalla cooperativa l’Alzavola che gestisce l’Oasi La Valle, con la partecipazione degli ornitologi Francesco Velatta, Luca Convito, Giuseppina Lombardi, Gianluca Bencivenga, Andrea Maria Paci, Mario Muzzatti, Marco Bonomi, Maria Maddalena Chiappini, Chiara Agnelli e Maddalena Pochini, con la collaborazione di Andrea Pagnotta, Giorgio Brusconi (entrambi dell’Arbit) e di Andrea Sedini. A queste due giornate si sono aggiunti poi sopralluoghi minori: «Considerato che nelle zone di protezione speciale per l’avifauna il monitoraggio ornitologico è un’azione obbligatoria – il commento degli organizzatori – è auspicabile che negli anni a venire si possa nuovamente attivare un formale rapporto di collaborazione con le istituzioni, in continuità con il ruolo svolto fino a un recente passato dalla Provincia di Perugia»

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