Trasporti Umbria, scatta la protesta

Foligno, i sindacati attaccano in merito alle mosse della Regione: «‘Fase3’? Per i cittadini umbri si rischia di tornare al punto zero. No a tagli da e verso Firenze/Roma»

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«Stiamo appena entrando nella cosiddetta ‘fase 3’ che dovrebbe garantire il godimento pieno del diritto costituzionale alla mobilità. Eppure per i cittadini umbri tale fase rischia di tornare al punto zero se guardiamo alle recenti noviti introdotte dagli accordi presi tra Regione in qualità di committente e Trenitalia Umbria come appaltatrice del contratto di servizio per il trasporto pubblico su ferro». L’attacco porta la firma delle segreterie umbre dei sindacati del settore trasporti: Fast-Slm Confsal, Orsa Ferrovie, Fit Cisl, Uilt Uil e Filt Cgil. «Ci riferiamo non a semplici intenzioni ma ad un vero stato di fatto determinato in via unilaterale senza nessun coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e dei pendolari».

DA DOMENICA ENTRA IN VIGORE L’ORARIO ESTIVO

Riduzione di opportunità e scelte al ribasso

Nel mirino in particolar modo ci sono tre novità: «Il treno 3159 Firenze-Foligno e il treno 3162 Foligno-Firenze da domenica non esisteranno più; i treni 2483, 2487, 2327 che prima arrivavano fino a Roma, dal 14 giugno saranno limitati ad Orte; i treni 2324, 2490 e 2492 partiranno dalla stazione di Orte anziché da Roma Termini». I sindacati dunque mettono in evidenza che «qualcuno potrebbe obiettare che l’attuale fase emergenziale basterebbe per giustificare una scelta al ribasso di tal genere ma anche su questo abbiamo le nostre argomentazioni per ribattere. L’Umbria è una terra di periferia e come tale ha sempre sofferto la sua difficoltà a raggiungere la capitate, le regioni del nord e a connettersi all’alta velocità. Anche i tempi di percorrenza e la frequenza dei treni per Ancona per raggiungere la dorsale adriatica sono una nota dolente. La sofferenza era nota in tempi non sospetti, con scelte di questo genere le difficoltà aumenteranno. I fondi per garantire la piena operatività del Tpl e dei contratti di servizio regionali esistono e sono utilizzabili. Quindi non è necessario tagliare per poter rientrare nei costi; è anche vero che il danaro pubblico deve essere utilizzato come un ‘buon padre di famiglia’ farebbe (come prevede il Codice civile) ma non è sostenibile l’interpretazione che sia l’assessore che la direttrice della Dpr Trenitalia Amelia, dottoressa Italiano fanno, ossia che i treni con poca domanda devono essere tagliati. Ciò non è sostenibile in quanto la domanda inevitabilmente crescerà e i fondi servono per essere utilizzati per garantire il soddisfacimento di tale domanda di mobilità su ferro».

«No alchimie strane a scapito dei cittadini»

Una situazione che parte da lontano: «Ricordiamo infatti che quando le persone riprenderanno a viaggiare in treno, dovranno rispettare le giuste norme che tutelano la salute tramite il distanziamento sociale. Queste norme determineranno una capienza delle vetture ridotta al 50% e, quindi, per soddisfare una domanda vicina a quella pre covid addirittura serviranno servizi più frequenti di quelli preesistenti alla pandemia (mentre con questa scelta si ridurranno). Se a quanto detto aggiungiamo che la volontà di operare per questo verso era già stata manifestata dall’assessore Melasecche ad ottobre scorso, si capisce come la nostra contrarietà su tali scelte sia totale in quanto dimostra che il progetto non è stato determinato dalla fase emergenziale ma da un dettato politico ben anteriore. Per quanto detto riteniamo che ridurre le opportunità per i cittadini umbri di raggiungere la capitale, le regioni del nord e di intercettare l’alta velocità, sia un’operazione che renderà più periferica una terra che è gia periferia. Per lo stesso motivo siamo altresi contrari all’introduzione delle ‘rotture di carico’ ad Orte per poter raggiungere Roma che comporteranno un aumento dei tempi per raggiungere la stazione di Termini. Ad azioni di questo genere siamo stati sempre contrari negli ultimi venti anni. Siamo contrari a questo indirizzo sia perché si limita il diritto alla mobilità dei cittadini umbri, sia perché la produzione ne risentirà in termini di ricadute sui lavoratori e in termini di qualità dei servizi ad essi correlati. Non tolleriamo che con la triste occasione di una pandemia in corso, ci siano alchimie strane tra committente e Dr regionale a scapito dei cittadini umbri e lavoratori del settore».

«Nessun taglio da e verso Firenze/Roma»

Chiusura con un paio di input: «Per concludere, visto che l’assessore secondo un suo parere non riscontrabile nella realtà dei fatti spesso ci biasima di non fare chiare proposte, approfittiamo per farne una immediatamente: se non fosse stato chiaro, visto che mai come ora abbiamo la necessità di ripartire in forte connessione con le regioni limitrofe, proponiamo nessun taglio ai treni da e verso Firenze e Roma, non penalizzare gli umbri con nuove ‘rotture di carico’ ad Orte e aumentare le possibilità di raggiungere l’alta velocità. Inoltre manifestiamo la contrarietà ad ogni ulteriore tentativo di rivedere al ribasso l’attuale contratto di servizio con Trenitalia. Ciò a tutela – concludono – della mobilità dei cittadini umbri e di tutti i lavoratori coinvolti. Speriamo che anche Trenitalia sappia tutelare i suoi interessi e suoi lavoratori».

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