Sarà sciopero del trasporto pubblico locale, in Umbria, venerdì 16 settembre: la mobilitazione, già programmata, è stata confermata da Filt Cgil e Faisa Cisal dopo il confronto con l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche, e con la presidente della Regione, Donatella Tesei. Al centro del contendere una razionalizzazione dei servizi, che dovrebbe portare un risparmio di 13 milioni di euro.
Lo scontro
«Purtroppo la Regione ha rigettato ogni ipotesi alternativa alla strada intrapresa sui quattro lotti, con un taglio pesantissimo di 13 milioni di euro – spiegano i segretari delle due organizzazioni sindacali, Ciro Zeno e Christian Di Girolamo – e questo per noi è inaccettabile, visto che inevitabilmente si avranno ripercussioni pesanti sui posti di lavoro, sugli stipendi, sulla sicurezza, sulle corse e sul chilometraggio». Cgil e Faisa hanno ribadito invece la loro proposta: messa a gara di due lotti, entrambi regionali, uno per il trasporto su ferro e l’altro per la gomma, includendo però anche quei servizi (navigazione sul Trasimeno e manutenzioni, circa 150 lavoratori in tutto) che al momento «sembrano totalmente dimenticati dalla Regione, come ammesso anche dall’assessore stesso».
Divisioni anche tra sindacati
Palazzo Donini ha però rigettato anche la richiesta di sospensione della delibera di giunta 842 del 10 agosto 2022, che delinea appunto una gara su quattro lotti. A fronte di questa chiusura, Filt Cgil e Faisa Cisal intendono proseguire nel percorso di mobilitazione, lavorando per ricomporre la frattura con le altre organizzazioni sindacali. «Oggi più che mai vi è bisogno dell’unità dei lavoratori – affermano Zeno e Di Girolamo – per far capire ai nostri governanti che in gioco c’è il futuro stesso di questo settore e della mobilità in Umbria, come dichiarato recentemente anche da ex dirigenti della Regione a mezzo stampa. Siamo di fronte a scelte che generano enormi incertezze nei lavoratori, rispetto alla gestione futura del servizio e alle condizioni di lavoro che eventuali nuovi soggetti privati potranno dettare. Mentre per i cittadini, le fasce più deboli della popolazione, per gli studenti e scolari e le aree più remote dell’Umbria la garanzia del diritto alla mobilità è messa a repentaglio».